Giovedì 25 Aprile 2024

Corsi e soft skill ‘anti-virus’ Ci puntano 8 aziende su 10

Indagine di Cegos Italia sulle strategie post-lockdown

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di Alberto Levi

MILANO

Nonostante le difficoltà del contesto Covid-19, la formazione resta strategica per l’84% delle aziende. Il dato emerge da una survey sulla formazione nel post lockdown da cui emerge che per 8 imprese su 10 è strategica per superare la crisi. L’ha condotta Cegos Italia, parte del Gruppo Cegos, tra i principali player nel campo del Learning & Development, che continuerà la formazione in prevalenza in digitale, ma con una palese volontà di tornare anche in aula, se consentito, puntando su soft skill e soluzioni blended.

Per la stagione in corso la previsione è che 4 realtà su 10 continueranno in prevalenza in digitale anche nel 2021. Nel 59% dei casi si privilegerà un approccio blended con un crescente mix di modalità per potenziare soprattutto le soft skill utili alle sfide del nuovo scenario. Al centro di un’esperienza efficace anche nel caso delle aule virtuali, resta l’interazione con il docente e il coinvolgimento attivo dei partecipanti.

La ‘Survey Decoding the Future of Learning: Post Lockdown’ è stata condotta tra giugno e luglio per monitorare l’evoluzione e i trend della formazione nel nuovo contesto. Il campione di 400 interpellate appartiene in prevalenza all’area Risorse Umane e Formazione. Nello scenario “new normal” la formazione è indiscutibilmente considerata strategica per l’84% degli intervistati: il 25% di loro dichiara, anzi, un aumento del budget per lo sviluppo di competenze cruciali per il business e per il futuro, quali la digitalizzazione e il lavoro da remoto. Il 59%, pur riducendo le risorse alla luce degli stravolgimenti legati a Covid-19, manterrà gli investimenti sugli interventi formativi ritenuti essenziali. Solo il 16% sospenderà temporaneamente il budget previsto per destinarlo ad altre sfide.

La pandemia ha imposto di ripensare le modalità di erogazione; la maggioranza delle aziende (75%) ha incrementato il ricorso alla formazione digitale, utilizzando prevalentemente webinar e virtual classroom e, in seconda battuta, moduli e-learning registrando sulle modalità sincrone i più elevati livelli di soddisfazione.

Così, per gli ultimi mesi dell’anno, il 42% delle aziende ha intenzione di avvalersi ancora della formazione digitale, ma il 35% alternerà, se possibile, momenti di apprendimento a distanza con incontri presenziali. Per il 2021 prevarranno gli approcci blended (59%), con un ricorso maggiore alle soluzioni face to face.

"Durante il lockdown le aziende hanno accettato la sfida del digital learning e ne hanno apprezzato anche le diverse soluzioni, tanto da non volerle abbandonare – commenta Emanuele Castellani, il ceo di Cegos Italy & Cegos Apac –; la maturazione delle prassi si tradurrà però in un crescente mix di modalità in cui, con tutte le condizioni di sicurezza, emerge anche l’importanza di tornare a un contesto presenziale per ottimizzarne i benefici".

La maggioranza delle risposte (79%) ha evidenziato la propensione a riprendere la formazione in aula quando sarà possibile nell’ambito del contesto normativo (38%) e per i progetti già pianificati non convertibili (41%). L’orientamento a optare per una formazione esclusivamente digitale è favorito anche dalla scelta delle aziende di prolungare lo smart working e proseguire sulla linea del distanziamento sociale.

Per affrontare al meglio le sfide del nuovo scenario, le aziende scelgono di puntare con decisione sulle soft skill legate al management e allo sviluppo personale, come confermato dalla quasi totalità degli intervistati (95%). In chiave formativa, i contenuti più urgenti da acquisire a seguito dell’emergenza Covid-19 riguardano modelli e stili relazionali a distanza (49%), remote management (46%) e smart working (39%). Il 49% ritiene comunque importante mirare ad aggiornare o allineare anche le hard skill legate alle funzioni.

Rispetto alle modalità di formazione digitale, il 24% degli interpellati ha dichiarato di aver già provato il distant active learning (aule virtuali ed e-learning con momenti sincroni e asincroni che intervallano lavoro e formazione) e oltre il 50% è disponibile o comunque interessato a sperimentarlo.

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