Sciopero di corrieri, ritardi nelle consegne dei pacchi di Natale

I sindacati di base hanno proclamato lo stop dal lavoro per chiedere il rinnovo del contratto: il settore trasporto e spedizioni vale quasi 80 miliardi. I disagi nel pieno delle feste

Logistica

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Roma, 19 dicembre 2020 – Rinnovo del contratto nazionale di lavoro Trasporto merci e spedizioni, scaduto nel 2018, l’applicazione del protocollo sulla sicurezza anti-Covid e misure a sostegno della crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria. Sono le richieste alla base della giornata di sciopero nazionale proclamata ieri dal Si Cobas, nel pieno dei trasporti natalizi, per uno dei settori strategici della nostra economia: i corrieri. E ancor di più "fondamentale" nell'anno della pandemia. Ma nonostante questa "centralità", avverte il sindacato di base, "non si sta dando seguito ad alcuna trattativa per rinnovare un contratto nazionale scaduto da un anno". Per cui il Si Cobas chiede aumenti salariali, forti disincentivi ai contratti precari e a termine, riduzione dei ritmi e dei carichi perseguendo obiettivi già ottenuti con alcune aziende come Tnt/Fedex, Brt, Gls e Sda.

Allo sciopero, che avrebbe avuto più ripercussioni nel mondo dei corrieri espresso che in quello della logistica, ma già dall’altra notte avrebbe comunque provocato ritardi nelle consegne natalizie anche se solo lunedì, secondo il segretario generale di Fedit Enzo Solaro, si potrà stimare il suo reale effetto. Non hanno aderito infatti le sigle confederali del trasporto di Cgil, Cisl e Uil. Perché, spiega Marco Odone, segretario nazionale della Uiltrasporti, «non si voleva utilizzare la fermata durante i giorni fondamentali delle consegne prenatalizie» sebbene non siano mancate quest’anno le minacce di sciopero per costringere le associazioni delle imprese (ben 24 in un settore frammentato tra magazzini, logistica aeroportuale, ferroviaria e marittima, corrieri e spedizionieri) a sedersi al tavolo della trattativa per il rinnovo del contratto.

Questo non significa che i problemi non manchino per l’oltre 1 milione (il doppio con l’indotto) di lavoratori di un settore che vale quasi 80 miliardi. E si è dimostrato essenziale, aggiunge Odone, in questo anno segnato dalla pandemia sia per gli approvvigionamenti a negozi, centri commerciali e supermercati (che senza trasporti avrebbero un’autonomia per solo cinque giorni) e per l’ultimo miglio, quello più stressato con il boom dell’e-commerce, della consegna dei pacchi a domicilio. Da qui l’impegno perché dopo le Feste riprenda il confronto con le imprese, da una parte, conclude Odone, sul terreno dell’avviso comune al governo per gli interventi di sostegno e il riconoscimento al settore dell’interesse generale. E dall’altra sui temi economici, normativi e di sicurezza del nuovo contratto con carichi di impegno settimanali arrivati per gli autotrasportatori a 58 ore a settimana e aggravati dalla revoca, sebbene temporanea, del divieto di circolazione di camion e Tir nei giorni festivi.

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