Martedì 16 Aprile 2024

Coronavirus: il mondo rallenterà, l’Italia pure

Il denaro non dorme mai

Gli inglesi hanno deciso, in un impeto di nazionalismo-sovranismo, di chiudersi in casa e di buttare la chiave. E non sono pochi quelli che qui pensano di poter fare la stessa cosa. Ma la storia ha la sua ironia. Dopo mesi di falsi allarmi per gli arrivi sui barconi di gente infetta (cosa mai verificata), è accaduto invece che il coronavirus sia arrivato comodamente in aereo insieme a un manager. Ed è andato ha impiantarsi non in una regione con sanità e presidi medici precari, ma in Lombardia, dove ci sono gli ospedali migliori del Paese.

La faccenda avrà effetti anche sull’economia. Il ministro Gualtieri dice che non vede segnali di recessione. Ma questo solo perché, se dicesse che li vede, arriverebbero subito. In realtà, non stiamo messi bene. Già prima del coronavirus qui in Italia si viaggiava poco sopra la crescita zero. Adesso sarà inevitabile stare più attenti, mettere limiti, più controlli, più vincoli. Varie organizzazioni internazionali hanno stimato nello 0,2-0,3 per cento il calo del Pil mondiale a causa del coronavirus. Probabilmente sarà assai di più. La Russia ha già azzerato i suoi commerci con la Cina, di fatto dichiarata ”hic sunt leones”: niente va in Cina e niente arriva. Noi ci arriveremo. E estenderemo le nostre precauzioni a Africa e a altri paesi asiatici.

Gli esperti possono dire quello che vogliono. La verità è che questo coronavirus fa paura e costringe tutti a essere molto prudenti negli scambi. Il che significa un brusco rallentamento negli scambi commerciali. Ma il mondo moderno vive di scambi commerciali, ormai importiamo anche l’uva e il riso. Poiché dubito che si venga a capo in fretta del coronavirus, stimiamo che il primo trimestre dell’anno sarà deludente per tutti quanti. Una delle migliori virologhe al mondo (la nostra Ilaria Capua) ha giustamente detto che la Cina sta facendo ogni sforzo per imprigionare il coronavirus a casa propria: ma è inevitabile che faccia il giro del mondo. E l’unica difesa vera, allora, diventa quella di rallentare gli scambi, di fare cioè un po’ di depressione.

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