Sabato 20 Aprile 2024

Coronavirus, dal lusso al turismo. Affari a rischio paralisi

I contraccolpi economici dell’epidemia. L’Italia è la metà privilegiata dei viaggiatori cinesi: il conto si preannuncia salato

Migration

Milano, 1 febbraio 2020 - Il coronavirus cinese contagia l’economia mondiale e affossa i mercati. Nella settimana nera dell’epidemia, le Borse europee hanno perso complessivamente il 4,4% a Francoforte, il 4% a Londra e il 3,6% a Parigi, mentre ieri la peggiore è stata Piazza Affari, a -2,2%. Lo stop ai voli Italia-Cina, anche ai cargo, ha portato ieri alla paralisi dei rapporti fra i due Paesi, proprio nei giorni del Capodanno cinese, in cui si concentrano i viaggi all’estero per visitare altri Paesi. L’Italia è meta privilegiata del turismo del Dragone, più di Francia, Germania e Spagna, con ben 6 milioni di presenze l’anno scorso e un miliardo e mezzo di euro di valore economico stimato. Il danno si annuncia salato nell’anno del turismo e della cultura Italia-Cina, con una serie di eventi speciali già annunciati, che ovviamente dovranno essere annullati. Non è nemmeno chiaro come riusciranno a rientrare le migliaia di turisti cinesi presenti in Italia: da ieri alle 15 è possibile solo transitando attraverso altri Paesi, ma l’Enac annuncia che è allo studio "la possibilità di organizzare voli charter per riportare in Cina i cinesi presenti".

Città fantasma, negozi chiusi e viaggi annullati rischiano di avere un potente impatto anche sui conti del lusso, un mercato che i cinesi dominano con oltre un terzo della spesa annua, poco sotto i 100 miliardi di euro a livello globale. Nel 2019 il mercato domestico cinese è aumentato del 30% rispetto al 2018, toccando i 30 miliardi di euro. Non a caso, le azioni del colosso del lusso Lvmh, guidato da Bernard Arnault, che possiede alcuni dei marchi più apprezzati dai nuovi ricchi cinesi, hanno perso oltre il 5%, così come i titoli di altri grandi firme, tra cui Ferragamo e Prada.

Pesanti ripercussioni ci sono state anche sulle compagnie aeree internazionali. British Airways ha bloccato tutti i voli verso la Cina e le azioni di EasyJet hanno perso il 4,6%, come quelle di Air France, mentre Lufthansa è arrivata a perdere fino al 5,2%. Disney, invece, ha chiuso il suo Resort a Shanghai, che accoglie ogni anno circa 12 milioni di visitatori, in attesa di nuove disposizioni da parte delle autorità. Anche tutti gli altri consumi si stanno riducendo a zero, con le maggiori catene chiuse per evitare il contagio. Da Ikea a Apple, da McDonald’s a Starbucks, tutti i marchi internazionali hanno tirato giù le saracinesche. Secondo Shaun Roache, capo economista di Standard & Poor’s per la regione Asia-Pacifico, il crollo dei consumi da parte dei cinesi è stimato attorno al 10%, soprattutto nei settori relativi al turismo e agli acquisti, il che si tradurrebbe in una contrazione del Pil cinese dell’1,2% nel primo trimestre dell’anno.

La Cina e i suoi consumatori non sono in realtà nuovi a questa situazione: nel maggio 2003, allo scoppio dell’epidemia di Sars, la crescita delle vendite retail rallentò dal +9% del primo trimestre al +4%. Secondo un report di Barclays, questa epidemia di coronavirus potrebbe avere un impatto inferiore, poiché oggi le vendite online sono molto più diffuse rispetto al 2003. La penetrazione dell’e-commerce nell’abbigliamento in Cina è pari al 35%, ma questo boom dell’online è un’arma a doppio taglio, perché anche i trasporti e la logistica dovranno rallentare le loro attività e difficilmente l’e-commerce potrà sopperire alle mancate vendite nei negozi.

E il bollettino di guerra non finisce qui: c’è il capitolo legato al mercato dell’automobile. La paralisi delle fabbriche andrà a rallentare la produzione a livello mondiale. Toyota ha interrotto la produzione fino al 9 febbraio. Psa ha dichiarato di procedere al rimpatrio del personale europeo presente in fabbrica e la sede di Whuan è stata evacuata. Proprio Whuan, il cuore del contagio, è la capitale cinese dell’auto e lì ha sede, tra le altre anche Dongfeng Motor che produce vetture per marchi come Renault, Honda, General Motors, e il Gruppo Psa.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro