Copyright, Ue pronta all’accordo. Superate le resistenze dei 5 Stelle

L’intesa entro due settimane. Decisivi gli incontri di questi giorni

Una rotativa

Una rotativa

Roma, 28 novembre 2018 - Il 12 settembre scorso il Parlamento europeo si espresse sul diritto d’autore, e con un voto molto travagliato decise per la sua tutela. Vista la particolare complessità del procedimento legislativo europeo, il voto del parlamento era in qualche modo una tappa. Per arrivare all’emanazione di una direttiva occorreva, e occorre, un confronto ed eventualmente una mediazione con la posizione della Commissione e del Consiglio europeo (tecnicamente si chiama «trilogo») per giungere a un testo finale da sottoporre entro marzo prossimo all’Aula di Strasburgo. Cosa che sta avvenendo in questi giorni. Lunedì scorso a Bruxelles si è svolta un’importante riunione del trilogo, al quale hanno partecipato rappresentanti della Commissione, del Parlamento e del Consiglio.    Il Consiglio era rappresentato dalla presidenza di turno, austriaca. La notizia è che si sta marciando verso un accordo, che tutti vogliono raggiungere prima del 13 dicembre e che pare a portata di mano, specie su alcuni punti. Il temuto stop che in seno al Consiglio alcuni governi, tra cui quello italiano, avevano intenzione di ottenere per adesso non c’è stato. Il timore derivava dal fatto che il Movimento 5 Stelle si è sempre espresso contro ogni forma di tutela del diritto d’autore, preferendo tutelare le ragioni dei giganti di Internet, accusati dai sostenitori del nuovo regolamento di eludere le tasse e violare continuamente i più elementari principi del copyright.

Visto che a livello di Consiglio l’Italia è rappresentata dal ministro della Giustizia, che in questo momento è il grillino Bonafede, la previsione di alcuni era che, sia su pressione dell’Italia che su quella di alcuni altri partner, si riuscisse da subito a vanificare il voto del Parlamento europeo, massima espressione della volontà popolare. Nella riunione di lunedì però il Consiglio non ha mostrato eccessive remore a un’intesa, e probabilmente per adesso il sistema dei voti ponderati (non tutti gli Stati contano allo stesso modo, e comunque per incidere sulla determinazione finale serve un minimo di peso complessivo, una sorta di quorum) ha fatto in modo che i governi contrari, come quello italiano, non riuscissero a bloccare l’accordo.    Da sempre i favorevoli a una tutela del copyright sono stati Francia, Spagna, Portogallo oltre a leader importanti come Angela Merkel. L’Italia, fino a prima dell’arrivo al governo dei giallo-verdi, si era pronunciata per la tutela della proprietà intellettuale di autori, scrittori, giornalisti ed editori. Con Di Maio le cose sono cambiate. I punti del contendere sono sempre i famosi articoli 11, 13 e 14. Il relatore del Parlamento, il popolare tedesco Voss, sta spingendo per un’intesa anche se lui stesso riconosce che alcuni scogli devono ancora essere superati.

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