
Impianto petrolifero, foto generica
Roma, 24 giugno 2025 – “L'ennesima guerra rincara l'energia, peggiorando le attese”: su congiuntura economica e previsioni incide un altro shock. Lo scenario, già complesso, è aggravato dall'aumento del prezzo del petrolio a causa del conflitto Israele-Iran, avvisano dal Centro studi di Confindustria con l'analisi 'congiuntura flash' di giugno.
"L'industria italiana ha tenuto all'inizio del secondo trimestre e gli indicatori sono migliorati per i servizi. Ma - rilevano gli economisti di viale dell'Astronomia - i dazi sull'export e l'incertezza stanno deteriorando la fiducia, brutto segnale per i consumi e gli investimenti. Positivo, invece, è il proseguire del taglio dei tassi nell'Eurozona”.
“Risale il costo dell'energia”
Il Centro studi di Confindustria avverte che “il prezzo del petrolio, che da inizio 2025 era in calo per le attese indebolite sulla domanda globale determinate dai dazi, è bruscamente risalito sulla scia della guerra Israele-Iran (77 dollari/barile il 20 giugno, da 63 in media a maggio). Anche il prezzo del gas in Europa (Ttf) è rincarato: 40 euro/mwh, da un minimo di 34 a maggio che era stato toccato dopo tre mesi di ribassi”.
Il credito è "in recupero”: per le famiglie “è in aumento sempre più robusto (+1,3% annuo in aprile, da +1,1% a marzo), mentre quello per le imprese continua a registrare una variazione annua negativa (-0,8%, da -1,1%) anche se la dinamica degli ultimi mesi è tornata positiva. Il taglio dei tassi si è tradotto in un ribasso del costo del credito (3,8%, da 5,3% un anno prima)”. Gli investimenti sono “attesi in frenata”, nel primo trimestre “hanno sorpreso in positivo (+1,6%), con tutte le componenti in aumento (costruzioni, impianti-macchinari, ricerca)” ma per il secondo “gli indicatori sono deboli: a maggio, aumenta poco la fiducia delle imprese, su valori bassi; l'incertezza è elevata; gli ordini di beni strumentali sono negativi; le attese di nuovi ordini calano per il secondo mese”.
Sui consumi incombe una "fiducia ancora in calo. Ad aprile l'occupazione è rimasta stabile ma a maggio la fiducia è scesa per il terzo mese consecutivo e lascia presagire la frenata della propensione al consumo. Difatti, le vendite al dettaglio crescono poco (+0,5% in aprile, +0,2% acquisito nel 2° trimestre) e le immatricolazioni di auto sono, di nuovo, in lieve flessione (-0,1% annuo a maggio)”.
"Ripartono i servizi”
Nel primo trimestre “hanno sorpreso in negativo (-0,1% il valore aggiunto), nonostante il turismo sia ripartito (+4,1% annuo la spesa di stranieri)”- Per il secondo “indicazioni favorevoli". Nell'industria, gli economisti di Confindustria vedono una «stabilizzazione a rischio. In aprile la produzione è aumentata (+1,0%), cominciando bene il secondo trimestre (+0,4% nel primo); i livelli però restano depressi, dopo il calo nel 2023 e 2024. L'indice Rtt del Csc in aprile conferma il recupero dell'industria in termini di fatturato, e l'indagine Csc mostra meno pessimismo a maggio. I rischi da dazi, tuttavia, sono alti per il settore e a maggio altri indicatori restano sfavorevoli. Intanto "frena bruscamente l'export”.
Guardando oltre l'Italia, l'Eurozona appare in rallentamento, l'incertezza resta elevata e la fiducia ancora stagnante a maggio, su valori bassi. Ad aprile l'industria ha registrato un forte calo di produzione (-2,4%), che ha coinvolto tutti i nostri principali competitor (Germania -1,9%, Francia -1,4%, Spagna -0,9%); la variazione acquisita nel secondo trimestre, perciò, è negativa (-0,4%). E a maggio i pmi manifatturieri sono tutti recessivi, ad eccezione della Spagna che è appena sopra la soglia neutrale. Negli Usa, “debole la produzione”. La Cina è colpita dai dazi americani che pesano sull'industria, i consumi interni, invece, accelerano.