Meglio i condizionatori della pace. Due italiani su tre scelgono il fresco

Lo studio Unipol-Ipsos sui comportamenti virtuosi per l’ambiente: solo il 31% disposto a sopportare il caldo. I giovani tra i 16 e i 26 anni i meno inclini a fare sacrifici. Il 44% pronto ad abbassare i termosifoni

Caldo, foto di archivio (Germogli)

Caldo, foto di archivio (Germogli)

Roma, 31 maggio 2022 - Toglietemi tutto, ma non l’aria condizionata. Gli italiani sembrano aver già risposto alla provocatoria domanda del premier Mario Draghi che, riferendosi all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, chiese agli italiani se preferissero i condizionatori o la pace. E la scelta, soprattutto quando fuori imperversa uno degli anticicloni africani che sono ormai una presenza fissa delle nostre estati – da Scipione ad Hannibal, fino al diabolico Lucifero – è favore del fresco. È quanto emerge da una recente indagine – commissionata dal gruppo Unipol ed elaborata da Ipsos – che ha esaminato come stanno cambiando comportamenti e attitudini degli italiani nella quotidianità dell’attuale scenario di crisi energetica.

Se è vero, infatti, che ben il 93% degli interpellati si dichiara sensibile ai temi ambientali e già attivo o pronto ad adottare comportamenti virtuosi di risparmio energetico, la percentuale crolla quando si parla di comfort climatico negli ambienti domestici o di lavoro: meno di un italiano su 3, infatti, si dichiara propenso a spegnere il condizionatore o a limitarne l’uso durante l’estate (il 31%). E la maglia nera va ai milanesi, disposti al sacrificio solo nel 22% dei casi. Bologna è la città più virtuosa, con la percentuale che sale al 38%, mentre Firenze si ferma al 31% e Roma al 30%.

I numeri migliorano leggermente nel caso del riscaldamento: sarà perché l’inverno è lontano, sarà perché in tanti stanno ancora pagando le bollette da capogiro dei mesi scorsi, in tal caso la percentuale di chi è disposto a ridurre la temperatura dei termosifoni sale al 44%. Meglio un maglione in più durante l’inverno, insomma, che mostrarsi in ufficio grondanti di sudore o passare notti insonni a rigirarsi tra le lenzuola roventi.

Tuttavia, l’indagine fa emergere anche una tendenza più generale, che va ben al di là di aria condizionata e riscaldamento: le risposte date dagli intervistati dimostrano infatti che, malgrado i rincari, le cattive abitudini sono dure a morire. Persino le accortezze più elementari sono ben lontane dalla piena diffusione: non lasciar correre acqua inutilmente è un comportamento adottato soltanto dal 64% della popolazione, seguito dall’azionare lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico (54%), dallo scegliere elettrodomestici a basso consumo (52%) e sostituire le vecchie lampadine con quelle a led (48%).

Resta molto da fare per passare dai buoni propositi ai fatti: eppure, qualche piccolo lumicino di speranza c’è. Guardando alle singole città, è Bologna a registrare i comportamenti più virtuosi, mostrando un’attivazione del 48% in media su tutte le aree valutate, rispetto al 43% dell’insieme delle aree metropolitane italiane. Al contrario, Firenze è la città in cui è più alta (10%) la percentuale di persone che dichiarano di non essersi attivate in alcun modo particolare. Tra le diverse generazioni, i baby boomer (di età compresa tra 57 e 74 anni) sono i più inclini ad attivarsi per ambiente e risparmio energetico, forse anche mossi da una motivazione di risparmio economico, mostrandosi più virtuosi dei più giovani su tutte le voci di comportamento.

"L’indagine evidenzia che gli Italiani, nonostante qualche compromesso e indulgenza, hanno buona sensibilità al tema ambientale", è il commento di Stefania Conti, direttrice Sviluppo dei servizi finanziari di Ipsos, la società che ha realizzato la ricerca. "Rispetto al contesto Internazionale di 31 Paesi nel mondo, gli italiani sono tra le tre popolazioni più preoccupate dai cambiamenti climatici. Per rendere più incisivi i comportamenti virtuosi individuali, potrebbe essere importante veicolare informazioni più puntuali su quali azioni hanno maggiore impatto sull’ambiente, per diffondere quella consapevolezza collettiva capace di attraversare le generazioni e trascinare il Paese verso un concreto passo avanti in tema di sostenibilità".