
Condizionatori: no a temperature troppo basse
Roma, 3 luglio 2025 - Con questo caldo record, la tentazione di rifugiarsi in casa con l’aria condizionata accesa è fortissima. Peccato che, poi, a risentirne di più sia proprio il nostro portafoglio. Come sempre, resta il dilemma: ascoltare la testa o seguire il cuore? Condizionatori, climatizzatori, pinguini, chi più ne ha più ne metta, sono diventati alleati indispensabili nelle nostre per affrontare le giornate afose, ma un uso poco accorto può trasformare il comfort abitativo in un vero e proprio salasso energetico. Ecco cosa fare per risparmiare, senza rinunciare a un po’ di procurato fresco.
Condizionatore e climatizzatore
Partiamo da una differenza sostanziale, ovvero quella tra condizionatori e climatizzatori. Spesso i due termini vengono usati come sinonimi, ma in realtà indicano due tecnologie ben diverse. Il condizionatore produce solo aria fredda ed è poco diffuso in ambito domestico, mentre il climatizzatore regola sia la temperatura che l’umidità, offrendo anche funzioni come la deumidificazione e la purificazione dell’aria. È quest’ultimo il dispositivo più comune nelle nostre case, non che il più utile perché ci aiuta a combattere l’umidità e perché, come vedremo a breve, può aiutarci ad abbattere un po’ i costi per la refrigerazione.
Gli errori da evitare con l’aria condizionata
Impostare temperature troppo basse
Questo è un classico. Tuttavia, gli esperti come ogni estate ci ricordano che impostare il climatizzatore a 16°C serve soltanto a spendere più soldi. Infatti, non è vero che più bassi sono i gradi e prima e/o più si rinfresca l’ambiente: l’impianto soffia sempre aria di una temperatura costante di circa 12-13°C. Ma allora cosa cambia? Semplicemente, quanto a lungo rimarrà acceso il clima. Un climatizzatore impostato su un valore minimo significa infatti che lavorerà senza sosta e a massima potenza per raggiungere una temperatura più bassa; al contrario, impostare temperature più alte rinfrescherà allo stesso modo ma ti farà risparmiare. E la cosa interessante è che impostando un climatizzatore a 24-26°C può far risparmiare anche il 40% sui consumi.
Installare un unico climatizzatore
Quando si dice l’unione fa la forza. Già, laddove possibile chiaramente, è consigliabile installare un climatizzatore in ogni ambiente della casa e suddividere il lavoro in più unità, piuttosto che affidare l’intero raffrescamento di più zone - seppur vicine tra loro - a un unico macchinario. Pertanto, è sconsigliato installare un solo impianto, nel corridoio o in salotto, come unico deputato alla refrigerazione.
Lasciare porte e finestre aperte
Dicevamo, il climatizzatore va a regolare umidità e temperatura in un ambiente. Se in questo ambiente, però, andiamo a procurargli uno scambio termico accompagnato da un ricambio costante d’aria, il climatizzatore dovrà lavorare di più. Anche pochi minuti con porte o finestre aperte possono compromettere il lavoro del climatizzatore, che dovrà così consumare più energia per mantenere la temperatura desiderata. Un semplice gesto, quello di chiudere gli infissi, a cui però se non stiamo attenti può far lievitare inutilmente la bolletta.
Sottovalutare la funzione deumidificatore
Quello di cui sopra. Spesso non è caldo quello che sentiamo, ma eccessiva umidità. Quando l’umidità è troppo elevata, la pelle smette di traspirare e favorisce lo squilibrio termico. Per questo, specie nelle giornate meno calde, è preferibile il deumidificatore, che dona sensazione di freschezza e di risparmio (scherzi a parte, consuma meno del raffreddamento).
Scarso isolamento degli ambienti
Restando in tema ambientale: controllare bene che la casa sia ben isolata. Anche il miglior climatizzatore diventa inefficace in una casa mal isolata, con spifferi o ponti termici. L’aria fresca o calda si disperde rapidamente, costringendo il sistema a lavorare di più e consumare di più.
Assenza di manutenzione
Pulire regolarmente i filtri e controllare lo stato delle componenti di un climatizzatore è essenziale per garantire efficienza e qualità dell’aria. Muffe, batteri e perdite nel circuito refrigerante aumentano i consumi e possono, oltretutto, anche danneggiare la salute e dare vita alle leggendarie “febbri da condizionatore”; che però, spoiler, non esistono. Piuttosto, preoccuparsi di polveri e allergeni.
Dimenticarsi del timer
Impostare il timer per accensione e spegnimento automatizzato, così come attivare la modalità ‘sonno’ ove presente, consente di regolare automaticamente la temperatura durante la notte, evitando sprechi energetici. Questa modalità adatta la temperatura ai ritmi del sonno, mantenendo il comfort senza eccedere nei consumi.
Perseverare con impianti datati
Questa è quella che fa più male di tutte, ma prima o poi arriva quel momento per tutti. E no, non è solo per una questione di usura. Sostituire vecchi climatizzatori che hanno fatto il loro con modelli più recenti è anche e soprattutto una scelta per risparmiare. I climatizzatori più datati, infatti, sfruttano tecnologie obsolete e compressori meno efficienti rispetto a quelli attuali e di conseguenza lavorano molto di più per produrre la stessa quantità di aria. Al contrario, i modelli più moderni sfruttano innanzitutto una tecnologia inverter, regolando la potenza in modo variabile e adattandosi alle esigenze reali e consumando meno energia rispetto ai vecchi modelli a ciclo acceso/spento; e poi sono sicuramente di classe energetica alta A o superiore. Se il climatizzatore è classe B o C, infatti, consumerà molto di più rispetto alle classi più alte che garantiscono prestazioni migliori e costi ridotti in bolletta nel lungo termine.