Giovedì 12 Giugno 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Concordato preventivo, un tetto per i contribuenti più affidabili

Arriva un tetto alla proposta del fisco ma solo per i contribuenti più affidabili. E non basterà un avviso bonario...

Giancarlo Giorgetti, titolare del Mef

Giancarlo Giorgetti, titolare del Mef

Arriva un tetto alla proposta del fisco ma solo per i contribuenti più affidabili. E non basterà un avviso bonario per decadere dalla proposta. Sono le principali modifiche che ridisegnano i contorni del concordato preventivo per le partite Iva per il biennio 2025-26. Ma questa volta, diversamente dalla prima edizione, i contribuenti non potranno beneficiare del ravvedimento speciale sulle annualità precedenti. Il decreto legislativo correttivo del concordato è stato approvato in via definitiva dal consiglio dei ministri, che ha varato anche il disegno di legge annuale per la concorrenza. Il testo, che tiene conto delle osservazioni arrivate da Camera e Senato, introduce alcune misure premiali che hanno l’obiettivo di far decollare il patto con il fisco che nella prima edizione raccolse solo 585mila adesioni, circa il 13% dei soggetti potenzialmente interessati (circa 4,5 milioni di contribuenti).

Una platea che da quest’anno si riduce necessariamente, visto che sono esclusi i forfettari, circa 1,7-1,8 milioni di contribuenti, coinvolti sperimentalmente lo scorso anno. Il meccanismo, che per due anni blocca tasse e controlli e punta a migliorare l’affidabilità fiscale dei contribuenti, incassa per il biennio 2025-26 (il termine per le adesioni è posticipato dal 31 luglio al 30 settembre) alcune novità. Innanzitutto il tetto alla proposta di concordato presentata dal Fisco, ma solo per i contribuenti più affidabili, quelli cioè con un punteggio Isa superiore all’8: la proposta non potrà eccedere il 10% per chi ha un punteggio Isa pari a 10, il 15% per chi ha 9, il 25% per chi ha 8.

Inoltre, la semplice notifica di un avviso bonario non basterà a decadere dal concordato: dovrà rinunciare al beneficio solo chi non si mette in regola entro gli ordinari 60 giorni. Si punta anche a premiare le aziende, nella logica del ‘chi più assume meno paga’: dalle adesioni al concordato viene inclusa, fra le rettifiche del reddito concordato, la maxideduzione del costo del lavoro.

Alberto Levi