Giovedì 18 Aprile 2024

Commercio mondiale alla svolta E toccherà a una donna guidarla

Corsa a due per la Wto, i diktat di Trump sulle nomine. Le sfide del futuro: dazi e crisi della globalizzazione

Migration

di Nicoletta Magnoni

La leadership fa il suo giro, come il vento, e ora si sta (finalmente) posando su competenze con volti femminili. Molte sono le donne alla ’prima volta’. E prima volta sarà anche alla Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio cui partecipano 164 Paesi. Per la poltrona di direttore generale, dopo una serie di consultazioni chiamate "confessionali", sono rimaste in corsa Ngozi Okonjo-Iweala, nigeriana, e Yoo Myung-hee, sudcoreana. La caratura delle due è indiscutibile. L’impegno a cui sono chiamate ha altrettanto peso. Chi vincerà dovrà affrontare la crisi dell’organizzazione che non ha saputo evitare guerre commerciali come quella fra Usa e Cina, e troppo ha derogato agli accordi bilaterali a scapito del multilateralismo. La globalizzazione, ostaggio del Covid e della Cina che detta le sue leggi, sta subendo una metamorfosi. L’aria sta cambiando e la Wto deve respirarla per sopravvivere.

Un debutto complesso, quindi, per la signora del commercio che arriverà al vertice. Se poi la scelta finale cadrà su Okonjo-Iweala, la novità sarà doppia perché l’Africa non è mai arrivata così in alto. E pare ci siano forti pressioni in questa direzione, mentre gli Usa di Trump hanno posto il veto. La World trade organization finora ha visto alternarsi nel ruolo di direttore generale tre europei (tra i quali l’italiano Renato Ruggiero negli anni Novanta), e altri tre provenienti da Oceania, Asia e Sudamerica. L’ultimo è stato Roberto Azevedo che si è dimesso in settembre, con un anno di anticipo.

La favorita è un’ economista da sempre al lavoro in istituzioni internazionali. E con il suo curriculum ha già infranto il cosiddetto ‘soffitto di cristallo’ che intrappola le donne nel pregiudizio di genere. Diplomata al Mit e ad Harvard, Okonjo-Iweala, 66 anni, è stata due volte ministro delle Finanze e prima donna al dicastero degli Esteri del suo Paese.

Ha avuto diversi incarichi nel corso dei suoi 25 anni alla Banca mondiale di cui è stata amministratrice delegata fra il 2007 e il 2011. Dal 2018 siede nel cda di Twitter e ora è anche presidente del consiglio di amministrazione della International vaccine alliance (Gavi), che dal 2000 promuove l’accesso ai vaccini nelle zone più povere del mondo. Okonjo-Iweala vive il suo lavoro come "una missione e una passione". Ringraziando "tutti i membri dell’organizzazione per il continuo sostegno alla mia candidatura", ha promesso riforme che sblocchino "la parziale paralisi in cui si trova la Wto".

Stesso obiettivo si propone la sfidante Yoo Myung-hee, avvocato di 53 anni, dottorato negli Stati Uniti. Anche lei ha primati al suo attivo, prima donna ministro del Commercio della Corea del sud, dal 2019. Un traguardo, questo, tagliato dopo aver lavorato anche all’Industria e Commercio. Nei suoi 30 anni di carriera si è trovata più volte a negoziare nelle controversie sul libero scambio. L’ultima, in ordine di tempo, è stata la revisione degli accordi commerciali minati da Trump. Per questo, Yoo Myung-hee ha messo una crocetta rossa in agenda sulla necessità di riportare la Wto al suo ruolo originario, rafforzando il multilateralismo. Fra le sue priorità, c’è ovviamente la mediazione fra Stati uniti e Cina. "La Wto è in prossimità di un bivio", ha detto. Bisogna ricostruire la fiducia perduta per "riformare il sistema commerciale globale".

Le due candidate hanno quindi ben chiaro che cosa le attende, ma anche le loro idee sembrano altrettanto chiare. La Wto, in un mondo sotto choc a causa della pandemia, deve uscire dal pantano il prima possibile.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro