Coldiretti: "Po in secca, made in Italy in pericolo". Le eccellenze che rischiano

L'ex presidente americano Al Gore, alla Cop27 cita proprio la Pianura Padana per sottolineare gli effetti dei cambiamenti climatici nel mondo

Roma, 7 novembre 2022 - "Con il Po in secca rischia un terzo del made in Italy a tavola che si produce proprio nella food valley della Pianura Padana dove si concentra anche la metà dell'allevamento nazionale". Così la Coldiretti riferendosi all'allarme lanciato nientemeno che dall'ex presidente americano e attivista per l'ambiente Al Gore, parlando alla Cop27 a Sharm El Sheikh, che ha citato proprio la secca del Po per sottolineare gli effetti dei cambiamenti climatici nel mondo. "Il livello del più grande fiume italiano al Ponte della Becca (Pavia) alla confluenza del Ticino- spiega Coldiretti-  si trova a -2,56 metri rispetto allo zero idrometrico con le rive ridotte a spiagge di sabbia".

Il prosciutto di Parma tra le eccellenze a rischio
Il prosciutto di Parma tra le eccellenze a rischio

Dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dai grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ai salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello fino alla frutta e alla verdura la produzione della Pianura Padana "rappresenta la punta di diamante del Made in Italy alimentare in Italia e nel mondo", segnala l'associazione. Un patrimonio messo a rischio dalla situazione di scarsità di acqua in un 2022 "che - ricorda Coldiretti - si classifica fino ad ora in Italia come l'anno più caldo di sempre con una temperatura nei primi dieci mesi addirittura superiore di +1,07 gradi rispetto alla media storica, e precipitazioni ridotte di oltre un terzo, secondo l'analisi Coldiretti su dati Isac Cnr. Mentre l'aumento delle temperature è stato accompagnato dall'esplosione degli eventi estremi nel 2022 con una media di oltre 9 al giorno sulla Penisola tra siccità, bombe d'acqua, nubifragi, tempeste di vento, trombe d'aria e violente grandinate che hanno provocato danni all'agricoltura nazionale per un valore che supera già i 6 miliardi di euro dall'inizio dell'anno, pari al 10% della produzione nazionale".

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Il ponte della Becca
Il ponte della Becca

Tutto ciò rappresenta "una conferma del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che - continua Coldiretti - si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi e prolungati periodi di siccità che compromettono le coltivazioni nei campi e mettono a rischio la sovranità alimentare dell'intero Paese". "Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l'uso razionale dell'acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l'innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l'acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell'intero settore alimentare", afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, "l'agricoltura è l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli".