Codacons: ecco tutti i rincari dell'estate 2022

Secondo l'associazione dei consumatori, i condizionatori costano il 7,9% in più rispetto un anno fa mentre i biglietti per i voli internazionali addirittura il 79,8%

Ombrelloni

Ombrelloni

Anche se gli ultimi dati Istat hanno registrato un rallentamento nella corsa dei prezzi, l’inflazione rimane a livelli preoccupanti: in un anno, infatti, è cresciuta del 6%. I rincari, partiti dall’energia, si sono poi estesi a tutti i settori. E il contagio, nelle ultime settimane, ha riguardato soprattutto quei beni e servizi che si acquistano durante l’estate. Gli aumenti, infatti, in alcuni casi raggiungono la doppia cifra. Secondo il Codacons, i rincari maggiori si sono avuti per i biglietti aerei. I voli internazionali costano addirittura il 79,8% in più rispetto a un anno fa e quelli nazionali il 15,2%.

Sempre nel settore trasporti, per prendere un traghetto si spende il 19,3% in più mentre per spostarsi in auto l’aumento è del 14%. Attenzione, però: se si usa una macchina a benzina i rincari raggiungono il 26,5%. Crescono persino i pedaggi e i biglietti dei parchimetri: +0,7%. Ma, come detto, gli aumenti sono generalizzati. Per acquistare un condizionatore si deve sborsare il 7,9% in più rispetto allo scorso anno, per comprare fiori e piante il 7,3%. Se invece si vuole visitare un museo o andare al parco, bisogna mettere in conto tariffe più care del 7,2%. E poi c’è il settore alimentare, con i gelati che sono cresciuti del 9,5%, l’acqua minerale del 6,1%, i succhi di frutta del 8,9% e la birra del 3,5%.

Insomma, per il Codacons il comparto segna "fortissimi rincari". Rincari che colpiscono anche i prodotti ittici: il pesce fresco costa il 7,7% in più e i frutti di mare il 10,2%. E poi frutta e verdura di stagione: +7,8% e +12%, rispettivamente. Va un po’ meglio a chi preferisce mangiare al ristorante: l’aumento, in questo caso, è "solo" del 4,2%. Infine, gli alberghi, rincarati del 2,4%. Insomma, per gli italiani le vacanze rischiano di essere piuttosto costose, almeno in confronto all’anno scorso. Se questo avrà un effetto sui consumi si vedrà. Per il momento la cosa certa è che l’inflazione si sta mangiando una parte sempre più grande degli stipendi.