Click day decreto flussi 2023, posti per i lavoratori immigrati esauriti in poche ore

In un'ora oltre 238mila domande quando i posti disponibili sono meno di 83mila

Pronti, via. Dalle ore nove il sito del ministero dell’Interno è stato investito dalla valanga di domande (240mila alle 19) presentate dalle imprese per richiedere l’arrivo di lavoratori extracomunitari. Il click day ha superato ogni aspettativa, esaurendo già nelle prime ore la quota di 82.705 unità fissata dal decreto flussi varato il 29 dicembre scorso e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 26 gennaio. La Coldiretti ha già lanciato l’allarme: per fare fronte alle esigenze della prossima estate servirebbero almeno 100mila lavoratori.

I numeri dei migranti regolari decisi dal decreto flussi e quelli del fabbisogno italiano
I numeri dei migranti regolari decisi dal decreto flussi e quelli del fabbisogno italiano

In un'ora il triplo di domande

Il clickday del decreto flussi è andato in overbooking ad appena un'ora dalla sua apertura. Secondo quanto riferito dal sito del Viminale, infatti, alle 10 le domande arrivate erano 238.335, quasi il triplo del numero di quote previste dal decreto, cioè 82.705. Alle 19 il numero superava le 240mila. 

Come Funziona il click day

Le imprese devono presentare, esclusivamente per via telematica, attraverso il sito del ministero dell’Interno, le domande relative all’arrivo di lavoratori extracomunitari. In pratica quelle persone che non possiedono cittadinanza di un Paese dell'Unione europea. I datori di lavoro avranno tempo fino al 31 dicembre 2023 anche se le richieste saranno vagliate in ordine cronologico.. La procedura richiede il possesso dello Spid. Da quest’anno, prima di inviare la richiesta di nulla osta al lavoro, i datori di lavoro stessi sono tenuti a verificare presso il Centro per l’impiego competente che non vi siano altri lavoratori già presenti sul territorio nazionale disponibili a ricoprire il posto di lavoro per cui si ha intenzione di assumere il lavoratore che si trova all'estero.

Quanti lavoratori entreranno in Italia

Il nuovo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) di programmazione transitoria dei flussi che stabilisce 82.705 ingressi, in aumento rispetto ai 69.700 dell'anno precedente. In particolare, del totale di ingressi individuato dall’articolo 1 del decreto, il numero di cittadini non comunitari ammessi in Italia per motivi di lavoro non stagionale e di lavoro autonomo è pari a 38.705 unità. Di questa quota, che comprende quelle riservate alla conversione dei permessi di soggiorno rilasciati ad altro titolo in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e per lavoro autonomo, 30.105 ingressi saranno destinati a lavoro subordinato non stagionale nei settori dell'autotrasporto, dell'edilizia, turistico-alberghiero, della meccanica, delle telecomunicazioni, dell'alimentare e della cantieristica navale per cittadini dei paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria. Gli altri 44mila cittadini extracomunitari previsti dal decreto, duemila in più rispetto allo scorso anno, saranno invece ammessi in Italia dall’estero per motivi di lavoro subordinato stagionale, sia nel settore agricolo, sia nel settore turistico-alberghiero. Essi saranno ripartiti tra le regioni e le province autonome dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Richieste già in overbooking 

Già nel primo giorno le domande di ingresso per lavoratori extracomunitari hanno di gran lunga superato le disponibilità a conferma della mancanza di manodopera che interessa diversi settori dell'economia. "Nelle campagne con l'arrivo della primavera c'è bisogno di almeno 100 mila lavoratori per colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne lo scorso anno con la perdita rilevante dei raccolti", afferma il presidente Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare che si tratta «di una necessità da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge".

La mappa dei flussi

Anche se non esiste una suddivisione a livello territoriale, le regioni dove si concentrano le richieste di ingresso, secondo la Coldiretti, sono quelle che richiedono un grande impegno di manodopera come il Trentino soprattutto per la raccolta delle mele o il Veneto per la raccolta degli ortaggi e delle fragole che è ormai alle porte anche per effetto del caldo inverno ma anche il Friuli Venezia Giulia per la preparazione delle piantine di vite per i nuovi impianti, le cosiddette barbatelle, il Lazio per gli ortaggi e la Campania per la coltivazione del tabacco ed il settore del pomodoro destinato alla trasformazione industriale.

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