Mercoledì 17 Aprile 2024

Pechino compra l’oro di Londra. Il caveau segreto diventa cinese

Venduto alla banca Icbc un forziere da 2000 tonnellate di lingotti

Lingotti d'oro (Olycom)

Lingotti d'oro (Olycom)

Milano, 18 maggio 2016 - I cinesi all’assalto del Fort Knox londinese. L’Icbc Standard Bank, la più grande banca del mondo per asset e capitalizzazione, ha acquistato uno dei caveau segreti di Londra, che può custodire 2.000 tonnellate di lingotti d’oro, del valore di oltre 80 miliardi di dollari. Si tratta di uno dei più grandi caveau d’Europa, in cui vengono custodite le riserve auree della Gran Bretagna, di una trentina di altri Paesi e di decine di banche internazionali. L’ubicazione del deposito è segreta: si sa solo che si trova vicino all’autostrada M25, che corre intorno alla capitale britannica. Il sotterraneo è a prova di bomba e di imbrogli: si apre con impronte digitali, grazie a sensori in grado di sentire il sangue che scorre sotto la pelle, per evitare che eventuali rapinatori taglino il dito della persona autorizzata all’ingresso e lo utilizzino come chiave.

Anche il prezzo della compravendita non è stato rivelato, ma l’operazione ha il sigillo dell’ufficialità. A vendere è stata Barclays, che sta ridimensionando le sue attività nei metalli, in particolare quelli preziosi, dopo essere stata coinvolta in un’inchiesta per presunte manipolazioni dei prezzi. È la prima volta che un caveau londinese entra in mani cinesi: «Questo acquisto ci consentirà di perseguire meglio la strategia di diventare una delle maggiori banche cinesi sul mercato dei metalli preziosi», ha spiegato Mark Buncombe, responsabile commodities di Icbc Standard Bank. La settimana scorsa Icbc è stata ammessa a partecipare al clearing londinese, il primo nuovo ingresso in oltre dieci anni.

L’operazione fa parte dell’avanzata cinese sul mercato dell’oro, di nuovo al centro delle attenzioni degli investitori dopo il rally di inizio anno, come dimostra la mossa di George Soros, che proprio ieri ha deciso di puntare contro Wall Street e di rifugiarsi nel metallo giallo. Nelle comunicazioni obbligatorie alla Sec, la Consob americana, il fondo guidato dal finanziere di origine ungherese ha svelato le sue mosse a sorpresa del primo trimestre: taglio del 37% dell’esposizione al mercato azionario Usa e acquisto di opzioni call su 1,05 milioni di titoli Spdr Gold Trust, un Etf che riproduce il prezzo dell’oro. La Cina è il più grande produttore mondiale di oro e sta aumentando gli sforzi per accrescere il proprio ruolo di leadership in questo segmento di mercato. Londra è ancora il punto di riferimento per l’oro, con scambi per oltre 5mila miliardi di dollari l’anno, ma la sua centralità è sempre più insidiata dall’ascesa della Cina: i future sull’oro a Shanghai generano volumi di scambio crescenti e Pechino ha appena varato un suo benchmark quotato in yuan. Per la prima volta nella storia, ora l’oncia e il grammo d’oro hanno una quotazione espressa in yuan, invece che in sterline o in dollari. 

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