Giovedì 18 Aprile 2024

Il cicloturismo trascina il turismo in Italia

L’indotto del fenomeno è stimato, per il solo 2022, in circa 4 miliardi di euro

Roma, 27 ottobre 2022 - L’hanno chiamata "la rivoluzione gentile", perché trainata da un mezzo, la bicicletta, che è simbolo universale di un approccio "gentile" nei confronti dell’ambiente, delle persone e degli altri utenti della strada. Il cicloturismo, segmento turistico che considera di primaria importanza l’uso della bici in vacanza, sta vivendo un autentico boom, al punto da configurarsi come una componente imprescindibile della risalita del turismo italiano dalle secche della pandemia. A confermarlo, i dati emersi dal terzo rapporto nazionale sul cicloturismo in Italia, realizzato da Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) per l'Osservatorio sull'economia del turismo delle Camere di commercio e promosso in collaborazione con Legambiente: ammontano infatti a 31 milioni, solo nel 2022, le presenze attribuibili ai cicloturisti in Italia, pari al 4% di quelle complessivamente registrate finora nel nostro Paese. Si tratta di un quadro ancora parziale, ma incoraggiante, soprattutto se tradotto in termini economici: l’indotto del fenomeno cicloturistico è infatti stimato, per il solo 2022, in circa 4 miliardi di euro.

Guardando con più attenzione alle caratteristiche del fenomeno, si registra in particolare un incremento dei cosiddetti cicloturisti "puri", ovvero quei turisti che considerano la bicicletta una delle principali motivazioni di preferenza di una destinazione rispetto a un’altra: per quest’anno, tale numero ammonta a 8,5 milioni di presenze. Cresce vertiginosamente – ed è un sicuro effetto della pandemia – la domanda di un tipo di vacanza attiva, nel quale è previsto l’uso costante della bici per esplorare il territorio: una tendenza che ha stimolato, peraltro, la ricerca di destinazioni turistiche meno note, di strade meno battute dal traffico e, più in generale, di esperienze più sostenibili, all’aria aperta e a contatto con la natura.

Il cicloturismo è trasversale e accomuna tutte le fasce d’età. La maggior parte dei cicloturisti ‘puri’ (il 41%) appartiene alla generazione dei Millennials, ovvero i nati compresi tra il 1981 e il 1996, mentre il 30% è rappresentato dalla Generazione X, quella dei nati tra il 1965 e il 1980. Quindi, oltre i due terzi si collocano nella fascia di età che va, complessivamente, dai 26 ai 57 anni. Percentuali inferiori si registrano tra i giovanissimi (il 10% appartiene alla Generazione Z, quella dei nati tra il 1997 e il 2012) e tra i più anziani (i baby boomers sono il 16%).

Per l'industria della ricettività turistica, fa notare ancora il rapporto Isnart, si tratta di un target di clienti assai ricercato. È istruito (l'84% ha almeno il diploma), occupato (il 77%) e con una buona situazione economica. Per il viaggio, un cicloturista italiano spende in media 95 euro, mentre un cicloturista straniero, solitamente dotato di maggiori capacità di spesa, arriva a spenderne 215. Per l'alloggio, invece, l'italiano spende in media 48 euro al giorno, contro i 59 di chi proviene dall'estero. A ciò si aggiungono le spese accessorie: 70 euro per gli italiani, 68 per gli stranieri.

Il cicloturismo vive una stagione particolarmente fiorente non solo grazie all'andamento della domanda (i comportamenti di consumo e l’orientamento dei turisti italiani e stranieri), ma anche grazie alla capacità dei territori di evolversi e offrire una serie di servizi sempre più oculata. Caso emblematico è quello della Costa dei trabocchi, in Abruzzo, dove la ricerca Isnart è stata presentata nei giorni scorsi. In base a un'analisi condotta durante la stagione estiva 2022, il 90% degli esercenti ha rilevato la presenza di cicloturisti all'interno delle proprie strutture e il 64% si aspetta un'ulteriore crescita della clientela legata al cicloturismo nel prossimo futuro.

 

 

 

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