Venerdì 19 Aprile 2024

Che cosa è il price cap e come funziona?

Vantaggi e rischi del tetto al prezzo del gas

Price cap: la soluzione dell'UE per limitare l'oscillazione del prezzo del gas

Price cap: la soluzione dell'UE per limitare l'oscillazione del prezzo del gas

Da mesi si parla del price cap, il tetto al prezzo del gas voluto da molti paesi UE e a cui la Commissione Europea lavora da tempo. Di recente si è cominciato a parlare anche di price cap dinamico.Invece di stabilire un tetto al prezzo del gas, la Commissione Europea sembra voler optare per un obiettivo meno divisivo, cioè una “forbice” mirata a limitare l’oscillazione del prezzo, una condizione che favorisce la speculazione.Si tratta di un’idea che ha vantaggi e rischi, a cui la UE vuole affiancare un altro provvedimento, la sostituzione dell’indice TTF, che oggi regola la compravendita del gas.

I vantaggi del price cap

Oltre a mettere d’accordo molti paesi dell’Unione, il price cap dovrebbe garantire ai consumatori un po’ di tranquillità. Frenare la forte oscillazione del prezzo del gas significherebbe anche limitare l’incognita dell’importo delle bollette, che stanno diventando sempre di più una fonte di preoccupazione per gli italiani.

I rischi del price cap

Il price cap è, prima di tutto, osteggiato dal Cremlino. Putin ha più volte dichiarato che introdurre un tetto al prezzo del gas, di qualunque tipo, porterebbe ad un’interruzione delle forniture.Alexéi Miller, l’Amministratore Delegato di Gazprom - la multinazionale del settore energetico controllata dal Governo Russo - ha giustificato la decisione del Cremlino sottolineando che il price cap costituirebbe una violazione delle condizioni contrattuali.A novembre, dopo l’annuncio di un imminente accordo sul tetto del prezzo del gas (in realtà non raggiunto), le quotazioni del combustibile hanno subìto un’impennata, di certo non un buon segno. Se il tetto previsto fosse troppo alto (per giorni si è parlato di 275 euro al chilowattora, una cifra ritenuta da alcuni paesi, Italia inclusa, altissima) potrebbe incentivare i venditori di gas a mantenere il prezzo al limite di tale soglia, con la conseguenza che i consumatori non ne trarrebbero alcun beneficio.

I paesi contrari al price cap

Tra i principali paesi contrari al price cap ci sono la Germania, i Paesi Bassi, la Norvegia.La Germania non ritiene che un tetto al prezzo del gas sia utile. Al contrario, teme che l’Europa sarebbe tagliata fuori dal mercato, con la conseguente difficoltà di approvvigionamento. Inoltre, il paese ha deciso di affrontare il problema del caro energia stanziando 200 miliardi di euro per aiutare imprese e cittadini. I Paesi Bassi, in particolare l’Olanda, sono contrari al price cap perché, semplicemente, da quando è iniziata la crisi energetica, la speculazione li ha favoriti.La Norvegia, che aderisce a direttive e regolamenti della UE pur non facendone parte, sta facendo affari d’oro. In quanto produttrice di gas, è diventata uno dei maggiori paesi fornitori dell’Europa. Ovvio, quindi, che non abbia interesse a mettere un limite al prezzo di un bene di cui è provvista e a cui nessun paese può rinunciare.

La borsa di Amsterdam e il TTF

In Europa il prezzo del gas è stabilito dalla borsa di Amsterdam. L’Olanda è stato il primo paese europeo a sviluppare un mercato all’ingrosso di questa materia prima, favorita anche dalla sua posizione geografica, uno snodo strategico tra Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia.La borsa di Amsterdam è virtuale, non un luogo fisico, ed è accusata di essere tra le principali cause della speculazione che ha portato all’aumento esorbitante delle quotazioni del combustibile. Già dall’estate 2021 il prezzo del gas ha cominciato a salire, conseguenza dell’aumento della domanda dopo mesi di chiusure e restrizioni dovute alla pandemia.La guerra in Ucraina ha peggiorato la situazione, favorendo la speculazione, tanto che la scorsa estate il gas ha raggiunto un prezzo record.Il TTF, acronimo di Title Transfer Facility, è l’indice di riferimento della borsa olandese e si riferisce al gas naturale arrivato ai fornitori tramite gasdotto.

La Commissione Europea e il nuovo indice

La speculazione in atto proprio nel cuore del continente ha spinto la Commissione Europea a cercare una soluzione comune, che non comprenda solo il tetto al prezzo del gas. La Commissione vuole, infatti, un indice diverso, dato che il TTP si basa sul gas da gasdotto e l'Europa importa sempre di più gnl, cioè gas naturale liquefatto. L’indice TTF influenza anche il costo all’ingrosso, e di conseguenza al dettaglio, dell’energia elettrica, che viene prodotta anche con il gas.In Italia il corrispettivo dell'indice TTF è l'indice PSV, acronimo di Punto Virtuale di Scambio.Un nuovo indice potrebbe essere pronto tra qualche mese, quando i paesi saranno di nuovo alle prese con gli stoccaggi.

I fattori che influenzano il prezzo del gas

Il prezzo del gas, sul mercato, è influenzato da: - il prezzo dei combustibili alternativi;- la situazione geopolitica;- il rapporto tra domanda e offerta;- il clima (motivo per cui l’autunno piuttosto caldo ha abbassato la domanda, favorendo un abbassamento del prezzo).

Conclusioni

Il price cap difficilmente risolverebbe il problema della crisi energetica, soprattutto finché i paesi Europei continueranno a cercare fornitori di gas in modo autonomo.Per emanciparsi dalla Russia, da cui continua comunque ad arrivare una grande quantità di gas liquefatto, quasi tutti i paesi hanno cercato soluzioni più o meno d’emergenza, e questo ha ulteriormente favorito l’aumento dei prezzi. Finché la situazione geopolitica sarà incerta e la domanda di gas alta, difficilmente si riuscirà a tenere sotto controllo il prezzo del combustibile.