Catasto e Imu, cosa cambia. I proprietari: "Prepara il terreno alla stangata sulla casa"

Giorgio Spaziani Testa (Confedilizia): "In futuro la tassazione sugli immobili potrebbe aumentare del 20%"

Fonte: Elaborazione UIL Servizio Lavoro, Coesione e Territorio

Fonte: Elaborazione UIL Servizio Lavoro, Coesione e Territorio

Un "giochino" per preparare il sistema ad essere pronto per l’aumento della pressione fiscale sugli immobili. L’avvocato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, guarda con criticità e sospetto alla riforma del catasto. "Ed è curioso – attacca – che sia stata inserita nella Legge delega fiscale dopo che, il 30 giugno, il Parlamento aveva approvato un parere contrario".

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Invece?

"Inserendola, si è predisposto il meccanismo perché in futuro possano essere aumentate le tasse sulla casa. La delega è generica e pericolosa. E alla fine sarà attuata con il decreto delegato del governo e dall’Agenzia delle Entrate con il parere non vincolante del Parlamento".

Ma Draghi ha escluso una stangata sugli immobili. O no?

"Non ha detto una bugia dichiarando che, al momento, la riforma non si utilizzerà per fini fiscali, ma è un’affermazione curiosa, dato che il fine del catasto è proprio quello fiscale".

Quindi?

"Siamo di fronte a una riforma, con principi non condivisibili, di un catasto patrimoniale e con rischi reali di aumento della tassazione non solo per l’Imu e non solo per gli immobili diversi dalle prime case per cui, in sede di acquisto, si applica l’imposta di registro. I valori catastali, inoltre, vengono presi a parametro per la determinazione dell’Isee, l’indicatore richiesto per accedere a una serie di bonus e agevolazioni economiche e sociali".

C’è chi ha già calcolato la stangata fiscale sull’Imu seconda casa, con aumenti anche oltre il 100%.

"Noi non diamo cifre, perché siamo di fronte a una delega vaga. Ma l’impressione è che, per una parte degli immobili, potenzialmente possa esserci un aumento spropositato dei valori patrimoniali".

Oggi quanto incassa il Fisco dal mattone?

"Circa 50 miliardi, considerano anche i 10 della tassa sui rifiuti, l’Imu, l’Irpef, la cedolare secca sugli affitti, l’Iva, le imposte di registro e quelle successorie".

Con la riforma potrebbero raddoppiare?

"Mi sembra una stima eccessiva. Però, visto che con il passaggio dall’Ici all’Imu il gettito è aumentato da 9 a 23-25 miliardi l’anno, non è fantascientifica l’ipotesi di un aumento almeno a 60 miliardi".

C’è chi sostiene che gli attuali valori catastali siano anacronistici.

"Esistono già gli strumenti, in parte utilizzati e in parte ignorati, a disposizione dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni per riequilibrare i valori catastali. Ed è già successo in molte città, a partire da Roma".

La riforma però potrebbe sanare anche la piaga di 1,5 milioni di case "fantasma"?

"Continuo a stupirmi di questi numeri che mi sembrano eccessivi, anche se si fa riferimento al fenomeno dell’abusivismo, un po’ tollerato, e forse maggiore al Sud. Ma un problema di inefficienza dello Stato e degli enti locali non si risolve con la riforma. Con gli strumenti tecnologici oggi a disposizione non mi sembra difficile individuare le case non accatastate".

Riequilibrare i valori catastali però farebbe pagare meno a chi possiede immobili in periferia che in questi anni hanno perso valore?

"Non c’è dubbio che servirebbe una riduzione ma, per questo, abbiamo proposto un meccanismo più semplice: esentare per 2, 3 o 5 anni dal pagamento dell’Imu chi abita nei Comuni delle aree interne con meno di 3mila abitanti, quelli che hanno subito maggiormente il calo dei prezzi".

C’è chi vede nella riforma anche una manovra per sfavorire l’investimento immobiliare a vantaggio di quelli finanziari.

"Il sospetto che in certi ambienti ci fosse questo pensiero l’abbiamo sempre avuto. Detto questo, il mercato non può non risentire negativamente di notizie come questa, che scoraggiano gli acquisti. Con il rischio che il settore, ripartito dopo una lunga crisi, torni in depressione".