Mercoledì 24 Aprile 2024

Coronavirus e cassa integrazione, "impossibile accedervi entro il 15 aprile"

L'allarme lanciato dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro. "Servono modifiche normative e semplificazioni burocratiche"

Un operaio al lavoro (ImagoE)

Un operaio al lavoro (ImagoE)

Roma, 30 marzo 2020 - La procedura telematica per le domande di cassa integrazione è partita questa mattina sul sito dell'Inps. Ma i consulenti del lavoro hanno lanciato un allarme in piena regola sull'impossibilità di riuscire a pagare l'indennità della cassa integrazione entro il 15 aprile. Come ha più volte annunciato e sollecitato il premier Giuseppe Conte. "Sarà impossibile - avvisano dall'Ordine nazionale della categoria - per milioni di lavoratori italiani ricevere, nei tempi annunciati dal governo, gli importi maturati per cassa Integrazione. Le procedure attualmente previste dalla normativa di riferimento non permetteranno tecnicamente di arrivare entro il 15 aprile alla liquidazione delle somme da erogare. Perché ciò si realizzi, occorrono, infatti, modifiche normative e semplificazioni burocratiche che il Consiglio ha più volte chiesto ma che non sono state attuate".

Ma datori di lavoro e addetti ai lavori stanno incontrando difficoltà e blocchi del sistema per l'eccesso di accessi al sistema informatico. Ad aggravare la situazione - denunciano sempre i consulenti - l'enorme afflusso di richieste per le molteplici prestazioni previste dal decreto legge Cura Italia (cassa integrazione, indennità autonomi, voucher baby sitter, FIS) che hanno di fatto paralizzato il sito web dell'Inps, rendendo praticamente impossibile l'accesso di cittadini e intermediari per la richiesta di PIN e prestazioni.    

Non solo. "Alle criticità procedurali - insistono - che si incontrano nella gestione degli ammortizzatori sociali, va affiancato anche il tema della capienza dei fondi stanziati. Non è dato sapere, infatti, se questi ultimi saranno sufficienti a coprire tutte le richieste, anche perché non si conosce ancora quando saranno revocati i provvedimenti di sospensione di alcune attività lavorative e rimosso il divieto di libera circolazione delle persone, da cui è scaturita la chiusura di un’altra parte rilevante di attività".

Certo è che il nodo principale - che sarà affrontato il 1° aprile in videoconferenza agli stati generali Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro - è quello delle procedure e delle scadenze relative alla gestione degli ammortizzatori sociali. Da questo la richiesta di urgenti modifiche che possano accelerare le procedure, oggi iper burocratizzate e con tempistiche lunghe (come si evince dalla tabella allegata) per garantire equità sociale e sostegno immediato a tutti i lavoratori dipendenti di aziende colpite o chiuse a causa della pandemia. 

(l'articolo prosegue sotto la tabella)

A complicare una situazione già critica, le 21 regolamentazioni diverse per la Cassa integrazione in deroga, che recepiscono i contenuti del decreto legge Cura Italia regolamentando i termini di concessione dell’ammortizzatore sociale. Non tutte le Regioni, infatti, sono pronte ad erogare questo strumento di sostegno al reddito dei lavoratori: 5 regioni-province (Abruzzo, Basilicata, Sardegna, Trento e Bolazano) non hanno ancora sottoscritto l’accordo-quadro con le parti sociali e 13, sebbene l’abbiano firmato, non hanno ancora avviato la procedura. Le differenti modalità procedurali, concepite dalle Regioni stesse, diminuiscono ulteriormente la possibilità di ricevere in tempi rapidi la liquidazione dell’importo maturato. 

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