Mercoledì 24 Aprile 2024

Cassa integrazione da virus Occhio al doppio passaggio

L’esperto dello studio GF Legal spiega come sarà applicato il decreto Cura Italia

"È uno strumento molto utile. Prima avevamo di fronte il baratro, adesso abbiamo gli strumenti per alleviare una situazione durissima". Sono le parole utilizzate per commentare il decreto Cura Italia da chi si occupa tutti i giorni di diritto del lavoro. Mario Fusani (al centro nella foto in alto) è il fondatore con Cristina Gandolfi dello studio Gf Legal, realtà che opera con sedi a Milano, Roma e Londra. "Poteva arrivare prima, certo – spiega l’avvocato giuslavorista Mario Fusani – Ma sappiamo tutti che provvedimenti di questo tipo in una situazione ordinaria necessitano di settimane e settimane di lavoro".

È stata estesa la cassa integrazione in deroga per tutta la durata della sospensione del rapporto di lavoro e comunque per un periodo non superiore a 9 settimane per le aziende che non rientrano nella Cig ordinaria, quindi anche per quelle con un solo dipendente.

Fin dalle prime ore dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale, l’avvocato Fusani ha dovuto rispondere alle richieste dei clienti sul tema: "Quello che riguarda la cassa integrazione è stato un provvedimento molto importante, sia per l’estensione a categorie di aziende che non ne avrebbero beneficiato sia l’aver reso più facili le modalità di accesso – spiega l’avvocato giuslavorista – Si deve, però, sottolineare che per la cassa in deroga si devono aspettare gli accordi tra le regioni e i sindacati. L’iter, in sostanza, non è così immediato come per la cassa integrazione ordinaria. Questo doppio passaggio rischia di far allungare i tempi. Anche se il momento è senza dubbio molto particolare e il senso di responsabilità aiuterà sicuramente a velocizzare i tempi nonostante si sia creato questo doppio passaggio".

Nel testo del decreto Cura Italia tra le novità di maggior impatto per i lavoratori c’è senza dubbio il divieto per le aziende di procedere a licenziamento per "giustificato motivo oggettivo", ovvero quello dovuto alla chiusura di reparti o rami aziendali, crolli di ordini, delle vendite o della produzione. Il divieto opera in maniera retroattiva ed è valido a partire dal 23 febbraio 2020. Quindi chi è stato licenziato per giustificato motivo oggettivo dopo quella data ha diritto al reintegro nella posizione. La disposizione trova applicazione indipendentemente dal numero di lavoratori subordinati occupati dell’impresa. "Segnalo anche un altro aspetto interessante: la retroattività – aggiunge l’avvocato – Anche le aziende che si sono trovate a sospendere l’attività possono chiedere la cassa integrazione per il periodo antecedente il decreto, purché sia successivo al 23 febbraio". Ma sorge una domanda: i fondi previsti dal decreto basteranno? "Dovrebbero essere sufficienti, ma vale la regola del chi prima arriva meglio alloggia – afferma l’avvocato Mario Fusani – Non abbiamo dati che ci possano far escludere che i fondi non basteranno per le richieste".

Lo studio GF Legal si occupa anche del mondo dei lavoratori dello spettacolo, un settore messo a dura prova per il quale sono state previste misure ad hoc: "Questa è una situazione molto particolare. Gran parte dei lavoratori di questo comparto hanno contratti a tempo determinato che, in questa situazione, sono stati interrotti o sono terminati – sottolinea Fusani – Una soluzione potrebbe essere il ripristino dei rapporti di lavoro, ma ci si deve anche chiedere se le produzioni avviate verranno effettivamente realizzate considerando la situazione generale. Ma in questo settore l’incertezza aumenta anche perché il regolamento con il quale verrà gestito il fondo di 130 milioni messo a disposizione verrà realizzato entro 30 giorni dal ministero per i Beni e le attività culturali e per il Turismo".

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