Venerdì 19 Aprile 2024

Caro materiali: per industria e servizi il conto è di 65 miliardi di euro

Secondo l'ultima analisi di Mediobanca, i maggiori costi arriveranno al 93% del fatturato rispetto all'84,5% dell'anno scorso

Edilizia

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Non è un momento facile per le imprese italiane. Tra caro energia, prezzi delle materie prime fuori controllo e rialzo dei tassi di interesse, le aziende si trovano strette in una morsa che ne mette a repentaglio la sopravvivenza. I numeri calcolati dall’Area Studi di Mediobanca sono inquietanti: le imprese spenderanno 65 miliardi di euro in più soltanto per l’acquisto di beni e servizi. Ma la stima, che riguarda 2.145 società di grande e media dimensione, potrebbe rivelarsi persino ottimistica. L’ipotesi di Mediobanca, infatti, è che i maggiori costi cui dovranno far fronte le aziende manifatturiere e dei servizi si attestino intorno al 10%, arrivando a pesare per il 93% sul fatturato totale, contro l’84,5% dell’anno scorso.

Il campione analizzato dagli economisti di Piazzetta Cuccia, è piuttosto vasto: comprende infatti tutte le imprese con oltre 500 dipendenti e il 20% delle industrie di medie dimensioni, per un totale di 2.145 società che, insieme, rappresentano il 47% del fatturato nazionale manifatturiero, il 36% di quello dei trasporti e il 41% di quello della distribuzione al dettaglio. Ai 65 miliardi stimati, però, vanno aggiunti ulteriori due miliardi di euro determinati dal rialzo dei tassi di interesse decisi dalla Banca centrale europea. Il costo medio del debito, stima Mediobanca, è aumentato dello 0,5%, ma potrebbe raggiungere anche l’1% (pari a 4 miliardi di oneri finanziari). Per quanto riguarda la redditività, l’analisi, contenuta nell’edizione 2022 dei “Dati cumulativi sulle società italiane”, stima anche quanto gli aumenti incideranno sui margini.

Certo, la situazione è variegata e molto dipenderà dalle decisioni delle aziende su quanto aumentare i prezzi di vendita per compensare i maggiori costi. Se i rincari venissero traslati al 100% sui prezzi finali, il fatturato, sotto l’ipotesi di volumi costanti, crescerebbe dell’8,7% rispetto al 2021, con un margine netto al 4,5%. Se invece la percentuale fosse del 50%, il fatturato aumenterebbe del 4,4%, ma l’ebit margin si ridurrebbe allo 0,5%. Nel caso in cui l’azienda decidesse di ribaltare sul mercato meno del 50% dei maggiori costi, il margine netto sarebbe negativo. In questo caso, “per preservare l’ebit margin del 2021”, si legge nello studio, “l’aumento dei prezzi di vendita dovrebbe essere del 9,6%”. Insomma, le prospettive sono piuttosto difficili. Va ricordato, però, che le imprese italiane vengono da un anno record.

Durante il 2021 il valore aggiunto delle aziende analizzate da Mediobanca è cresciuto del 3,5% rispetto al 2019, ai massimi da un decennio, e questo grazie all’incremento non solo dei ricavi ma anche dei margini registrato lo scorso anno. Nello specifico, il fatturato è cresciuto in media del 25,6% sul 2020 e del 10,1% rispetto ai livelli pre-pandemia. Dati che testimoniano il dinamismo del tessuto produttivo italiano e che fanno ben sperare. Numerose aziende, infatti, si sono attrezzate per affrontare le difficoltà che si sono manifestate negli ultimi mesi. Molte hanno già riorganizzato le proprie catene di fornitura per limitare i danni derivanti dai rincari e dai ritardi negli approvvigionamenti di materie prime: ben il 76,2% delle società manifatturiere ha diversificato i fornitori, dando priorità (nel 57,4% dei casi) a quelli di prossimità, preferibilmente italiani. Entrando nel dettaglio dello studio, emerge che il settore più brillante è il cosiddetto IV capitalismo.

Sotto questa definizione sono raggruppate aziende con un numero di addetti compreso tra i 50 e i 499. Sono queste imprese ad aver registrato un ritmo di crescita doppio rispetto a quelle di grandi dimensioni. Ovviamente, nel complesso, i risultati migliori sono stati messi a segno dalle società pubbliche, in prevalenza energetiche, che hanno beneficiato degli aumenti dei prezzi dell’energia. Nell’ambito della manifattura, invece, ottime performance sono state realizzate dal comparto degli elettrodomestici, dalla metallurgia, dalla filiera del legno-arredo e dalla chimica.