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Roma, 22 gennaio 2022 - Arriva il decreto per il caro-bollette e per i ristori ai settori colpiti dalla nuova ondata di contagi e chiusure. Ma le imprese che più sentono il peso dei costi dell’energia non ci stanno e con una valanga di avvisi e di proteste bocciano senz’appello le misure: "Troppo poco, così rischiamo di chiudere ugualmente". E come se non bastasse, scendono sul piede di guerra anche tutte le associazioni della filiera edile – dalle costruzioni al legno, dall’Ance a Confartigianato e Cna – contro la stretta anti-frodi al Superbonus al 110% inserita in extremis nel provvedimento. Un monito che viene immediatamente rilanciato dai 5 Stelle: la norma che prevede la cessione del credito una volta sola, in pratica solo alle banche, va "radicalmente rivista". Il “pacchetto pre-Quirinale“ di Mario Draghi, insomma, finisce per scontentare un po’ tutti i destinatari. E mentre da grillini e Lega giunge un ultimatum per un nuovo scostamento di bilancio che mitighi gli effetti del caro-energia e l’impatto economico legato a Omicron, anche da Bankitalia arriva una doccia gelata sulle previsioni per l’economia nell’anno in corso, con il ribasso dal 4 al 3,7 per cento delle stime sul Pil. Il decreto varato ieri, in realtà, doveva essere un primo intervento contro la doppia crisi che penalizza famiglie e imprese. E, in effetti, i 5,5 miliardi (somma dello stanziamento in manovra, 3,8 miliardi, e del decreto di ieri, 1,7 miliardi) saranno usati per annullare, per il primo trimestre, le aliquote sugli oneri di sistema. E per dare alle imprese energivore (3.800 attività circa), che hanno subito un rincaro del 30% dei costi elettrici, un credito di imposta pari al 20% delle spese sostenute per le bollette. Sul fronte ristori, al turismo vanno interventi per oltre 413 milioni, tra cui la proroga per l’utilizzo del ...
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