Per approfondire:
Molti, maledetti e a pioggia. È questo il riassunto dell’analisi condotta dall’Osservatorio sui conti pubblici sui 35 miliardi di aiuti a famiglie e imprese che il governo ha stanziato da settembre 2021 a oggi. Denaro che è servito per attenuare l’impatto dei rincari energetici, dell’aumento dell’inflazione e delle conseguenze della guerra in Ucraina. Ma che è stato distribuito, per la gran parte, in modo disordinato, senza mirare a chi, effettivamente, avesse subito i contraccolpi più pesanti. Infatti, soltanto il 45% dei 35 miliardi è stato assegnato seguendo dei “criteri di selettività”, che legano i sostegni al reddito, per quanto riguarda le famiglie, e all’andamento dei profitti o dei costi, per le imprese. E questo disattendendo le raccomandazioni della Commissione Europea diramate all’inizio della crisi energetica. Lo studio dell'Ocp Infatti, si legge nello studio dell’Ocp, “un aumento dei costi dell’energia e, in generale, dell’inflazione, colpisce tutti, ma colpisce alcuni più degli altri”. Pertanto sarebbero preferibili “interventi più mirati” che vadano a beneficiare chi ha risentito maggiormente dei rincari. Nello specifico, il 60% dei sussidi del governo sono andati a contrastare il caro energia (elettricità, gas e carburanti). Il restante 40%, invece, è stato indirizzato a sostegni generici come le indennità anti-inflazione (6,8 miliardi), gli stanziamenti contro il rincaro dei prezzi dei materiali da costruzioni (3 miliardi) e i fondi per le imprese danneggiate dal conflitto (130 milioni). Per l’ammontare di risorse messe sul piatto, la misura più importante è quella relativa alla riduzione degli oneri di sistema delle bollette elettriche (8 miliardi di euro): oneri che sono stati dapprima abbassati per l’ultimo trimestre del 2021, e poi azzerati per famiglie e microimprese durante i primi sei mesi di quest’anno. Ci sono poi il bonus da 200 euro varato a maggio che vale 6,8 miliardi di euro, l’eliminazione delle accise sui carburanti ...
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