Roma, 21 gennaio 2022 - Sembrava fatta per ieri pomeriggio per il caro-bollette e i nuovi ristori, ma dalla imprese è arrivato un nuovo allarme, portato a palazzo Chigi personalmente dal presidente di Confindustria. Allarme che suona più o meno così: un’operazione da 4 miliardi per i rincari con altri 2 per le attività chiuse o bloccate per il virus – è il succo del discorso di Carlo Bonomi al premier – non può che essere solo l’inizio dell’intervento che serve per salvare l’apparato produttivo del Paese. Da qui, dunque, il tentativo del governo di mettere nero su bianco fin da subito interventi strutturali che possano essere parte essenziale di una strategia a medio-lungo termine. Non è solo un problema di risorse aggiuntive. Le nuove misure per arginare gli aumenti di luce e gas sono i più complessi da preparare. È il caso della possibile tassazione degli extra-profitti delle imprese energetiche: i tecnici lavorano tutto il giorno per mettere a punto le norme ma non si trova ancora, salvo novità dell’ultima ora, una soluzione a prova di costituzionalità per chiedere un contributo alle società energetiche, come più volte auspicato dallo stesso Draghi. Ci saranno, però, il rinnovo del meccanismo delle aste per l’emissione di CO2 – da destinare a ridurre i rincari anziché il debito pubblico – e anche il taglio attraverso la cartolarizzazione di parte degli oneri di sistema. Si tratterebbe di circa 4 miliardi che si aggiungono ai 3,8 già stanziati per far fronte ai super-rincari di luce e gas nel primo trimestre. Ma se le misure della manovra guardavano soprattutto alle famiglie, questa volta l’intervento dovrebbe dare una mano anche alle imprese e agli enti locali, a loro volta alle prese con bollette extra-large. Il nodo più avviluppato, però, è quello che riguarda la predisposizione di un piano ...
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