Caro bollette, latte a rischio 2 euro. Coldiretti: una stalla su 10 potrebbe chiudere

L'allarme di Granarolo e Lactalis. Il presidente Prandini: intervenire subito. Sotto scacco un sistema di 24mila imprese che dà lavoro a 200mila persone

Roma, 1 settembre 2022 - Caro bollette: latte a rischio 2 euro e quasi un allevamento su dieci è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività per l’esplosione dei costi. Il doppio allarme arriva da Granarolo e Lactalis prima quindi da Coldiretti poi.

"Latte a rischio 2 euro"

Il rischio è che, sulla scia dei rincari della produzione, il prezzo possa salire precipitosamente e passare nel giro di poche settimane dagli attuali 1,7-1,8 euro ad oltre 2 euro al litro. L’allarme arriva da due delle più importanti aziende del settore, Granarolo e Lactalis, subentrata a Parmalat ormai da oltre un decennio. Mettendo da parte la tradizionale concorrenza che li vede opposti nel banco frigo dei supermercati, i due gruppi si sono rivolti al governo per chiedere interventi immediati che scongiurino "conseguenze disastrose" per migliaia di imprese della filiera, ma anche per le famiglie italiane, già alle prese con rincari generalizzati dei prodotti alimentari e con il caro-bollette. 

"Situazione insostenibile"

Segue lo stesso ragionamento Ettore Prandini, presidente di Coldiretti. Osserva: "Fino a oggi grazie alla cooperazione fra allevatori, industrie e grande distribuzione si è riusciti a contenere gli aumenti nei confronti di consumatori e cittadini, ma adesso non siamo più in grado di reggere se non con un aumento dei prezzi perché la situazione sta diventando insostenibile", spiega il presidente della Coldiretti nel sottolineare che "è importante intervenire perché è a rischio un’intera filiera produttiva".

In pericolo un sistema di 24mila stalle

In pericolo c’è un sistema composto da 24mila stalle da latte italiane che garantiscono una produzione di 12,7 milioni di tonnellate all’anno e alimenta una catena produttiva lattiero-casearia nazionale che esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro con oltre 200.000 persone fra occupati diretti e indotto. "La stabilità della rete zootecnica italiana ha un’importanza che non riguarda solo l’economia nazionale ma - afferma Prandini - ricopre una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate. La chiusura di un’azienda zootecnica significa anche che non riaprirà mai più, con la perdita degli animali e del loro patrimonio genetico custodito e valorizzato da generazioni di allevatori".

"Intervenire subito"

Per questo, conclude il presidente Coldiretti, "è necessario intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate" e, conclude Prandini "lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni".

Caro bollette e stalle, Coldiretti: a rischio 1 su 10
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