Benzina, diesel e sconto sulle accise: cosa cambia da gennaio. Gli aumenti

Secondo il Codacons, fare il pieno costerà 9,15 euro in più, 219,6 euro in un anno. Nel frattempo potrebbero aumentare anche i pedaggi autostradali: occhi puntati sul decreto di San Silvestro

Roma, 30 dicembre 2022 - Da gennaio fare benzina (e diesel) diventerà un po’ più costoso. Con l’anno nuovo infatti scadrà il taglio sulle accise varato dal governo Draghi a marzo e poi prorogato a più riprese. Una misura che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di non rinnovare, né in legge di bilancio né con il decreto Aiuti Quater, che contiene una serie di provvedimenti contro il caro energia.

Pedaggio su Autostrade: dal 1° gennaio scatta aumento del 2%

Il 31 dicembre sarà quindi l’ultimo giorno in cui si potrà fare rifornimento beneficiando dello sconto di 18 centesimi al litro. Che peraltro era già stato ridotto. Con un provvedimento di fine novembre, infatti, il governo Meloni aveva sì prorogato lo sconto fino al 31 dicembre, ma dimezzandolo. Si è così passati da un taglio delle accise pari a 25 centesimi al litro che, considerando anche l’Iva, si traduceva in un risparmio al distributore di 30 centesimi, ad una sforbiciata di 15 centesimi, pari a uno sconto di 18,3 centesimi alla pompa.

Carburanti, addio allo sconto sulle accise
Carburanti, addio allo sconto sulle accise

I costi dei carburanti nell'ultimo mese

Dal primo dicembre, di conseguenza, le accise sulla benzina sono salite da 47,84 a 57,84 centesimi al litro, quelle sul gasolio da 36,74 a 46,74 euro al litro, quelle sul Gpl da 18,26 a 26,67 centesimi al litro. Secondo il Codacons, questo ha causato un aumento di spesa di 6,1 euro a pieno, che diventa di 146 euro su base annua per un automobilista che si rifornisce due volte al mese, e di 220 euro se i rifornimenti sono tre. Sempre stando alle stime dell’associazione dei consumatori, se lo sconto dovesse venire cancellato integralmente, la maggiore spesa sarebbe di 9,15 euro a pieno per un incremento di 219,6 euro in un anno. Secondo i calcoli di Centro Consumatori Italia, con la fine della riduzione delle accise sui carburanti, le spese per i trasporti su gomma aumenteranno di 5,2 miliardi nel 2023, con effetti sull’inflazione, che salirà dello 0,4% a causa dell’aumento dei costi del trasporto merci.

Risparmio per lo Stato

Per lo Stato, invece, il risparmio è notevole. La misura era infatti molto costosa: quando lo sconto era di 30 centesimi, dal 22 marzo al 30 novembre, l’esborso è stato di circa 7,3 miliardi di euro. Senza contare che il taglio delle accise era indiscriminato, andando a beneficiare tutti i consumatori indipendentemente dal reddito. Va detto però che i prezzi di benzina e diesel sono scesi notevolmente negli ultimi mesi grazie al calo delle quotazioni di petrolio e derivati sui mercati internazionali. Una discesa che ha più che compensato il prossimo aumento delle accise.

La benzina è ai minimi da un anno e mezzo. Secondo le rilevazioni settimanali del ministero dell’Ambiente, tra il 19 e il 25 dicembre il prezzo medio nazionale della verde è sceso a 1,625 euro al litro, ad un valore che non vedeva da giugno del 2021. Il diesel è invece arrivato a 1,689 euro, ovvero al livello più basso dal 31 gennaio 2022. Senza lo sconto, quindi, la benzina costerebbe 1,81 euro al litro e il diesel 1,87 euro. Ma c’è di più in arrivo sul fronte trasporti.

Aumento pedaggi autostradali

Un’altra stangata, oltre al rincaro dei carburanti, potrebbe infatti colpire gli automobilisti: l’aumento dei pedaggi autostradali. La data clou è il 31 dicembre, quando verrà emanato il decreto ministeriale di San Silvestro che stabilisce gli aumenti dei pedaggi a partire dal primo gennaio. Le società concessionarie chiedono a gran voce che le tariffe vengano ritoccate all’insù, dal momento che, spiegano, “in Italia è dal 2018 che i pedaggi autostradali non subiscono alcun incremento, diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente”.