Mercoledì 24 Aprile 2024

Cantieri bloccati, investimenti giù nell’anno Covid

Il grido d’allarme dell’Ance, fondi crollati del 10%. Appello al governo: "Semplificare il Superbonus"

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di Achille Perego

La ripresa del Paese non può non essere trainata dalla riapertura dei cantieri. Perché un euro investito nel settore delle costruzioni (dalle case alle infrastrutture), ricorda Gabriele Buia, presidente dell’Ance, ne mette in movimento almeno tre. Un movimento però da anni al ribasso e che nel 2020 ha dovuto fare i conti con l’effetto Covid che, come "benzina sul fuoco", ha "annientato" i primi segnali di ripresa del 2019 e "affossato ulteriormente un settore già piagato da 12 anni di crisi". Così, dopo il modesto più 2% di due anni fa, l’industria delle costruzioni – che dal 2008 ha visto ridotti i livelli produttivi di oltre un terzo e già perso 137mila imprese – ha registrato l’anno scorso un crollo degli investimenti del 10% a 118,3 miliardi.

Dall’Osservatorio congiunturale di febbraio dell’Ance emergono molti segni meno. Segni che vanno dal lavoro (-10% le ore lavorate, anche se il settore mostra dinamismo con un +2% dei lavoratori) al mercato immobiliare (-22% delle compravendite nei primi 6 mesi), con investimenti in calo in tutti i comparti dell’edilizia privata (che aveva iniziato a risalire) e nelle opere pubbliche (-2,5% e -11% i bandi pubblicati). Insieme con la caduta dell’attività è cresciuto, avverte Buia, il rischio finanziario per le imprese, con gli aiuti a sostegno della liquidità previsti dal governo che stanno per esaurire i propri effetti.

Il 2021, virus permettendo, dovrebbe vedere un rimbalzo degli investimenti (la stima è di un più 8,6% con un effetto sull’economia di quasi 2 punti di Pil) spinti dalle opere pubbliche (+7,7%) e dalla manutenzione degli edifici (+14%) grazie al Superbonus 110% – che andrebbe prorogato fino al 2026 – che dovrebbe generare una spesa aggiuntiva di 6 miliardi con un effetto totale sull’economia di 21 miliardi e 64mila nuovi posti di lavoro (100mila considerando i settori collegati). Il grido d’allarme dell’Ance, quindi, è accompagnato dall’appello a Mario Draghi di "essere coraggioso". "La prima cosa è aprire subito i cantieri bloccati da anni", ricorda il presidente dell’Ance, preoccupato per il rischio che l’incapacità di spendere del nostro Paese mandi in fumo le risorse del Recovery fund. Con queste regole "sarà realizzabile meno della metà del Piano".

Per questo, conclude Buia, servono "le modifiche strutturali che ci chiede l’Europa" e una revisione del Codice degli appalti superando quella visione negativa delle aziende di costruzioni che non fa che danneggiare le imprese corrette che sono la grande maggioranza.

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