Roma, 27 novembre 2024 – Scaramucce in maggioranza su due emendamenti al Dl fiscale. E Palazzo Chigi non gradisce. Salta il taglio del canone Rai. La proposta della Lega per ridurlo da 90 a 70 euro è stato bocciato in Commissione bilancio del Senato con 12 voti contrari e 10 a favore. Forza Italia si è espressa contro la misura insieme all'opposizione. Il governo aveva dato il suo assenso alla modifica, un’operazione che valeva circa 430 milioni di euro. Il Carroccio, nonostante il parere negativo di Forza Italia e le minacce di voto contrario da parte degli azzurri, ha tenuto il punto. Con Fratelli d’Italia che, alla fine, si era decisa a sostenere la misura. Si è arrivati alla conta: la situazione sembrava, pallottoliere alla mano, di pareggio assoluto. Uno scenario che, in Commissione, vale come bocciatura. Ma il thrilling si è risolto in maniera più lineare, il ‘no’ è passato di misura. Sfumata ieri la possibilità di rinviare la questione alla Camera, una mossa che avrebbe potuto evitare lo scontro diretto. Poche ore dopo la bocciatura sul canone, un emendamento di Forza Italia non è passato proprio per l’astensione dei leghisti. Quindi il Dl fisco ha ottenuto il via libera in Commissione: passa ora in aula al Senato, dove approderà domani.
Palazzo Chigi
Subito dopo il foto, da Palazzo Chigi filtra un messaggio che non nasconde una certa irritazione. "Il Governo è fortemente impegnato nel sostegno a famiglie e imprese, operando sempre in un quadro di credibilità e serietà – fanno sapere fonti governative – . L'inciampo della maggioranza sul tema del taglio del canone Rai non giova a nessuno”. Quindi è direttamente la premier Giorgia Meloni a minimizzare ‘l’incidente’ in Commissione. "Se abbiamo trovato l'accordo per il cessate il fuoco in Libano possiamo farlo pure sul canone Rai...", minimizza la presidente del Consiglio.
Salvini
“Stiamo lavorando per cercare di ridurre le tasse a carico degli italiani. Il canone Rai è una di queste, anche se non rappresenta la nostra attività centrale”, ha detto Matteo Salvini a RTL 102.5. E su Forza Italia: “Non vuole abbassare il canone RAI? Mi spiace, non per la Lega, ma per gli italiani, a cui quella tassa poteva essere tagliata. Se non sarà possibile agire su questo fronte, lavoreremo su altri obiettivi", ha chiosato poco prima che arrivasse la notizia della bocciatura dell’emendamento.
Tajani
“Abbiamo sempre accettato tante cose che non condividevamo al 100%'', il taglio del canone Rai ''l'abbiamo detto da prima, non era un emendamento del governo, era un emendamento presentato dalla Lega, quindi non c'è stata nessuna decisione del Cdm”. Sono le parole del ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani. “Abbiamo sempre detto che non lo avremmo votato, fin dall'inizio: non è una scoperta di oggi. Questo non cambia nulla per quanto ci riguarda. Stiamo votando per l'autonomia. L'autonomia se non ci fosse stata Forza Italia in Commissione sarebbe saltata, perché erano assenti altri parlamentari. Noi c'eravamo, quindi noi gli impegni li rispettiamo sempre''. Per il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi, il voto di oggi “non cambia nulla sui rapporti di maggioranza, che è solida come il governo”.
Le opposizioni
"Voto sul canone Rai: sono andati sotto. È ufficiale: in Commissione Bilancio la maggioranza non c'è più. Quando le opposizioni su uniscono, senza veti, non solo vincono le elezioni ma ottengono risultati anche in Parlamento", scrive su X Raffella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva. Di “maggioranza allo sbando” ha parlato Stefano Graziano del Pd. Sia sul “canone Rai”, sia sulla Vigilanza. Stamattina le forze governative hanno disertato in blocco la seduta convocata per votare il presidente in pectore di viale Mazzini, Simona Agnes. E’ la quinta volta che arriva la fumata nera. La Commissione è riconvocata per l’11 dicembre.
Maggioranza sotto anche su emendamento FI
La maggioranza, dopo il voto sul canone Rai, è andata nuovamente sotto in commissione Bilancio del Senato, questa volta su un emendamento a firma Lotito (Forza Italia) relativo alla sanità in Calabria. A determinare il risultato della votazione è stata l'astensione della Lega, con le forze di opposizione che hanno invece votato compatte.
"E’ confermata la divisione nella maggioranza, loro vanno avanti imperterriti. Si sono divisi di nuovo su un emendamento (in commissione al decreto fiscale, ndr) sulla sanità calabrese, si divideranno anche sul payback. È evidente che questo decreto, di cui avevamo chiesto il ritiro, è il simbolo del patto di potere, stanno insieme solo per la gestione del potere. Lo abbiamo denunciato dall'inizio della legislatura, oggi è venuto fuori in maniera plastica", ha detto il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. "L'opposizione - ha proseguito - vota quello che ritiene utile al Paese, come abbiamo fatto per evitare una cosa gravissima, cioè che 400 milioni dalla fiscalità generale fossero sottratti a cose che riteniamo più importanti. Chiediamo che 400 milioni vengano messi sulla sanità per ridurre le liste d'attesa. Invece per la Lega è più importante finanziare il patto di potere sulla Rai che interessa a Salvini", ha concluso Boccia.