Cambia il Fisco Franco rassicura "L’Iva non salirà"

Il ministro in audizione: "Riforma ampia e organica". No alla patrimoniale. Obiettivo aliquote più basse

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di Antonio Troise

Esclude l’ipotesi di una patrimoniale. Dà l’ok ad una riorganizzazione delle aliquote dell’Iva, che "non aumenterà". Spiega che la riforma deve essere complessiva e non può essere fatta a pezzi. Insiste sulla necessità di utilizzare la leva fiscale per aumentare il tasso di occupazione e ridurre il cuneo fiscale, la differenza cioè fra quello che versano i datori di lavoro e quello che arriva nella busta paga dei dipendenti. Ma su un punto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, non ammette sconti: "La riforma del fisco non può essere fatta in deficit". Come a dire: nessun salto nel buio.

I conti pubblici devono restare la priorità dell’esecutivo. Per ridurre strutturalmente le tasse occorre, prima, intervenire sulla spesa pubblica.

Con il premier Draghi che ha escluso che la riforma approderà in Cdm la prossima settimana, il responsabile del dicastero di via Venti Settembre spiega il suo punto di vista alle commissioni Finanze riunite di Camera e Senato. Le stesse che, negli ultimi sei mesi, hanno lavorato duramente per mettere a punto un documento di compromesso già inviato a Palazzo Chigi. Nella stessa giornata in cui il decreto sostegni bis, con il suo carico di aiuti per le imprese e il blocco selettivo dei licenziamenti, ottiene la fiducia al Senato e diventa legge.

Fra le norme previsto anche lo slittamento delle cartelle esattoriali e delle rate per la rottamazione. Al centro della riforma fiscale allo studio del governo resta, comunque, la riduzione delle tasse per il ceto medio, nella fascia di reddito fra i 28mila e i 55mila euro all’anno. Non si parla, invece, della flat tax, cara a Salvini e rinviata al prossimo esecutivo. Franco, invece, apre uno spiraglio sulla cancellazione dell’Irap e ad un intervento di razionalizzazione del numero delle aliquote dell’Iva e una ricomposizione dei beni nelle varie categorie.

Si partirà, comunque, da un’azione di semplificazione del sistema, che "non ha costi per le finanze pubbliche". Per ridurre il peso del fisco, insiste il ministro, "occorre agire per contenere la spesa pubblica sul Pil". Un obiettivo che può essere raggiunto non solo con i tagli ma anche ad un aumento dell’efficienza dei programmi di spesa. Tenendo bene a mente, ha rimarcato il ministro, che "la progressività fiscale è importante per una crescita duratura".

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