Il calcolo della pensione

ROMA – La pensione nelle sue diverse forme (di vecchiaia, anticipata e così via) può essere calcolata in generale secondo due modalità (retributiva e contributiva) che possono anche intrecciarsi e dare luogo a un conteggio misto.    La pensione Il metodo retributivo Il metodo contributivo Il metodo misto L'applicazione Il calcolo Il pro rata   La pensione Negli ultimi hanno sono più volte cambiati i sistemi, le età e i meccanismi che permettono di uscire dal mondo del lavoro e andare in pensione. Il metodo retributivo Il metodo retributivo si basa sulla media delle retribuzioni o dei redditi – nel caso dei lavoratori autonomi – percepiti in un arco di tempo, a seconda dei casi gli ultimi cinque anni, gli ultimi dieci, l’intera vita. La rendita, sulla scorta degli anni di contributi versati, è pari a una certa percentuale di quella retribuzione media o di quel reddito. Il metodo contributivo Il metodo contributivo, invece, si fonda sulla quantità di contributi accreditati, adeguatamente rivalutati. E la loro trasformazione in rendita si realizza utilizzando coefficienti di conversione correlati all’età che si ha quando andate in pensione. Il metodo misto In questo caso, a seconda dei periodi e dell'età, viene applicato il metodo retributivo per il calcolo di una parte della pensione e quello contributivo per un'atra porzione. L'applicazione Ma a chi si applicano le tre formule magiche? Nel 1995 la riforma Dini ripartì i lavoratori in tre categorie: alla prima appartenevano e appartengono coloro che al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 anni di contributi; alla seconda coloro che ne avevano di meno; alla terza coloro che non avevano ancora cominciato a lavorare e avevano zero contributi. Il calcolo Per i primi, i cosiddetti “diciottisti”, fu mantenuto in vita il vecchio sistema retributivo anche per il futuro. Per gli appartenenti alla seconda categoria fu prevista l’applicazione del metodo retributivo per i contributi versati fino al 31 dicembre 1995 e l’applicazione l’utilizzo del nuovo meccanismo contributivo (allora introdotto per la prima volta) per i contributi versati dal 1° gennaio 1996 in poi. Per i giovani che avrebbero cominciato a lavorare e versare dal da quel primo gennaio in avanti fu sancita l’applicazione del solo contributivo. Recentemente l'Inps ha anche implementato le funzionalità del portale per calcolare la pensione. Il pro rata Questo schema, che ha regolato il calcolo della pensione fino al dicembre 2011, continua a valere anche oggi, salvo che proprio per i diciottisti. Una delle innovazioni-chiave della riforma Fornero è stata quella di estendere a tutti la soluzione contributiva e mandare in soffitta quella retributiva. Dal primo gennaio 2012, dunque, anche i “diciottisti” si sono visti e si vedono determinare la pensione con il metodo criterio contributivo, ma solo per i contributi accreditati da quella data in avanti: e questo significa pro rata. E, dunque, anche per i più “anziani” la pensione è di fatto conteggiata con un sistema misto e composta di due porzioni, una quota retributiva e una contributiva. Mentre per i “giovani” che hanno cominciato a lavorare dal 1996 in avanti si applica solo il sistema contributivo.

Economia

<p>ROMA – La<strong> pensione</strong> nelle sue diverse forme (di <strong>vecchiaia, anticipata e così via</strong>) può essere <strong>calcolata in generale secondo due modalità</strong> (retributiva e contributiva) che possono anche intrecciarsi e dare luogo a un <strong>conteggio misto</strong>.</p> 
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<p>Negli ultimi hanno sono <strong>più volte cambiati i sistemi</strong>, le età e i meccanismi che permettono di uscire dal mondo del lavoro e andare in pensione.</p> 
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<p>Il metodo retributivo si basa sulla<strong> media delle retribuzioni o dei redditi</strong> – nel caso dei <strong>lavoratori autonomi</strong> – percepiti in un arco di tempo, a seconda dei casi gli <strong>ultimi cinque anni, gli ultimi dieci, l’intera vita</strong>. La rendita, sulla scorta degli anni di contributi versati, è pari a una certa percentuale di quella retribuzione media o di quel reddito.</p> 
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<p>Il metodo contributivo, invece, si fonda sulla <strong>quantità di contributi accreditati</strong>, adeguatamente rivalutati. E la loro trasformazione in rendita si realizza utilizzando coefficienti di conversione correlati all’età che si ha quando andate in pensione.</p> 
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<p>In questo caso, a seconda dei periodi e dell'età, viene applicato il metodo <strong>retributivo per il calcolo di una parte della pensione</strong> e quello contributivo per un'atra porzione.</p> 
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<p>Ma a chi si applicano le tre formule magiche? Nel<strong> 1995 la riforma Dini</strong> ripartì i lavoratori in <strong>tre categorie</strong>: alla prima appartenevano e appartengono coloro che <strong>al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 anni di contributi</strong>; alla seconda <strong>coloro che ne avevano di meno</strong>; alla terza <strong>coloro che non avevano ancora cominciato a lavorare e avevano zero contributi</strong>.</p> 
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<p>Per i primi,<strong> i cosiddetti “diciottisti”</strong>, fu mantenuto in vita il vecchio sistema retributivo anche per il futuro. Per gli appartenenti alla seconda categoria fu prevista l’applicazione del metodo <strong>retributivo per i contributi versati fino al 31 dicembre 1995</strong> e l’applicazione l’utilizzo del <strong>nuovo meccanismo contributivo </strong>(allora introdotto per la prima volta) per i contributi versati<strong> dal 1° gennaio 1996 in poi</strong>. Per i giovani che avrebbero cominciato a lavorare e versare dal da quel primo gennaio in avanti fu sancita l’applicazione del solo contributivo. Recentemente<strong> l'Inps</strong> ha anche implementato le funzionalità del <a href="https://www.quotidiano.net/economia/pensione-quando-si-puo-andare-1.8485083">portale per calcolare la pensione</a>.</p> 
<h2 class="title-paragraph"><a id="Il pro rata" name="Il pro rata" rel="nofollow">Il pro rata</a></h2> 
<p>Questo schema, che ha regolato il calcolo della pensione fino al dicembre 2011, continua a valere anche oggi, salvo che proprio per i diciottisti. Una delle<strong> innovazioni-chiave della riforma Fornero</strong> è stata quella di estendere a tutti la soluzione contributiva e mandare in soffitta quella retributiva.<strong> Dal primo gennaio 2012,</strong> dunque, anche i “diciottisti” si sono visti e si vedono determinare la pensione con il metodo criterio contributivo, ma solo per i contributi accreditati da quella data in avanti: e questo significa <strong>pro rata</strong>. E, dunque, anche per i più “anziani” la pensione è di fatto conteggiata con un sistema misto e composta di due porzioni, una quota retributiva e una contributiva. Mentre per&nbsp;i “giovani” che hanno cominciato a lavorare dal 1996 in avanti si applica solo il sistema contributivo.<br> &nbsp;</p> 
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