Bozza Dpcm, chiusura anticipata: tremano bar e ristoranti

Nella bozza del decreto c’è l’ipotesi delle 23, ma il governo prende tempo. Il coprifuoco terrorizza gli esercenti: si erano appena attrezzati

Il governatore della Campania, Vincenzo de Luca (Ansa)

Il governatore della Campania, Vincenzo de Luca (Ansa)

Con 17mila contagi al giorno la Francia pensa di chiudere tutti i bar di Parigi risparmiando (per ora) i ristoranti al prezzo di nuovi limiti sui coperti. Con meno di 3mila contagi al giorno – e curva epidemica in ascesa – l’Italia valuta invece se stoppare tutti i locali, nessuno escluso, un’ora prima della mezzanotte. Cioè alle 23, secondo le più ottimistiche bozze governative in circolazione, perché anche l’orario-choc delle 22 risultava fino a ieri sul tavolo. Nulla è ancora deciso, ma la spinta del Cts a tagliare le occasioni di assembramento è fortissima. Una rasoiata che sarà con ogni probabilità estesa alle feste private, ridotte a pochi partecipanti, e persino a battesimi e matrimoni con ipotesi di numero chiuso.

Ogni scenario restrittivo terrorizza gli esercenti, almeno quelli sopravvissuti al lockdown. Proprio adesso che molti locali avevano attrezzato pedane e dehors su marciapiedi e parcheggi, proprio ora che i funghi riscaldanti cominciavano a spuntare dall’asfalto nell’ipotesi di tiepide notti in distanziata compagnia, ma pur sempre compagnia, ecco che il nuovo Dpcm (previsto per mercoledì) fa scendere il gelo sul comparto. Che poi il minacciato taglio orario sia stabilito dal governo, o che all’occorrenza sia demandato alle Regioni, non modifica l’impatto devastante della misura in discussione. Il timore di un ulteriore sostanziale calo degli incassi – forse attenuato nel caso dei ristoranti – sarebbe infatti a dir poco lampante per bar e pub, perché è chiaro che, se la serata dei clienti deve concludersi alle 23, ci sono ottime possibilità che neppure cominci.

Il non detto all’origine dell’imminente stangata è che sia negli spazi esterni dei locali, sia nelle tante movide notturne, il distanziamento non venga rispettato. Dunque Cts, ministero della Salute e governo puntano a una manovra grandangolare e dissuasiva che, partendo dall’obbligo di mascherine all’aperto, passando per il potenziamento di pattugliamenti, controlli, sanzioni, e prevedendo infine la chiusura dei locali alle 23, diminuisca in concreto il rischio di assembramenti e di contagio. Un coprifuoco sostanziale, seppur non dichiarato.

Sono del resto i presidenti delle Regioni in prima linea epidemica a fare in queste ore la voce grossa. Su tutti il governatore della Campania Vincenzo De Luca, che incontra i vertici del Viminale e, rilanciando il video di una festa a Napoli centro dove decine di ragazzi ballano e si divertono senza mascherine né distanziamento, sferra il suo attacco alle irresponsabilità da movida: "Da questa festa – gorgoglia il furioso governatore della Campania – 30 ragazzi positivi, 150 familiari e amici rintracciati, altrettanti tamponi. Bisogna tornare a comportamenti rigorosi o ci facciamo male".

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