Borsa, Apple perde il 10%: ecco perché. Wall Street giù. Milano, spread vola a 275

Choc in Borsa dopo le prospettive di crescita al ribasso comunicate da Cupertino. Gli analisti tagliano il 'prezzo obiettivo'. A Piazza Affari il differenziale risale ai livelli del 18 dicembre scorso

Apple crolla a Wall Street. Nella foto il logo (Ansa)

Apple crolla a Wall Street. Nella foto il logo (Ansa)

Milano, 3 gennaio 2019 - Nuova giornata agitata in Borsa oggi, in particolare a New York. Wall Street chiude in forte calo con il Dow Jones che cede il 2,8%, trascinata dal crollo del titolo Apple (-10%) e dal deludente Ism manifatturiero a dicembre. Il Nasdaq segna -3,1% a quota 6.457,13, mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,47% a 2.447,93 punti. 

 A far scattare le vendite del titolo tecnologico, il taglio delle stime di Cupertino sui ricavi per la prima volta in 16 anni, a causa soprattutto del grave rallentamento delle vendite di iPhone, più forte del previsto, in Cina e nei mercati emergenti. In una lettera agli investitori, l'amministratore delegato Tim Cook ha spiegato: "Riteniamo che il debole contesto economico in Cina sia ulteriormente influenzato dall'aumento delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti".

EUROPA - I mercati azionari europei, in un primo momento insensibili al pesante avvio di Wall Street, hanno chiuso tutti in rosso: Londra -0,62%, Parigi pesante a -1,66%, Francoforte -1,55%. Male anche Milano, dove l'Ftse Mib cede lo 0,61%. Forti tensioni sullo spread, che risale a quota 270 punti base (275 in chiusura), per la prima volta dal 18 dicembre scorso. In Piazza Affari sempre in scivolata Stm (-11,66%) con Apple; giù anche il comparto della moda con Moncler e Ferragamo che cedono rispettivamente il 4,6% e il 2,5%. Per contro, brillano le utility, con Terna (+1,7%) e Italgas (+1,1%), Unipol (+4%) e Telecom Italia (+2%). 

FOCUS APPLE - Apple ha bruciato 446 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato dal record del 3 ottobre scorso. Al momento vale intorno ai 682 miliardi di dollari. Le perdite registrate da Apple sono maggiori al valore di 496 delle 500 società dello S&P 500 prese singolarmente: sono infatti maggiori al valore di JPMorgan ma anche quello di Facebook. Numeri da capogiro.

IL PERCHE' DEL CROLLO - Il motivo del crollo è da ricercarsi nelle parole dello stesso Ceo di Apple, Tim Cook. "La domanda di iPhone sul mercato" è in declino - ha scritto Cook in una lettera agli investitori - e, in particolar modo, la contrazione del mercato degli smartphone è stata "molto acuta" in Cina. "Gli effetti" di tutto ciò, "si sono fatti sentire sui consumatori, con il calo delle presenze nei nostri negozi al dettaglio. Oltre il 100% del calo delle entrate mondiali su base annua - ha aggiunto Cook - si è verificato nella Grande Cina" e riguarda i dispostivi "iPhone, Mac e iPad". Inoltre, anche gli aggiornamenti ai nuovi modelli dello smartphone si sono rivelati "non così forti come pensavamo", ha scritto il Ceo di Apple, che ha voluto infine sottolineare la forte concorrenza dei rivali cinesi, tra cui Huawei e Xiaiomi

TAGLIATI I PREZZI OBIETTIVO - Da ieri, la capitalizzazione di Apple è scesa di circa 70 miliardi di dollari a 679,7 miliardi, lontano dal top di 1.100 miliardi di dollari raggiunto lo scorso agosto quando l'azienda divenne la prima in Usa a conquistare un valore di mercato di mille miliardi di dollari. Intanto gli analisti hanno tagliato il prezzo obiettivo sul titolo. Rod Hall, analista di Goldman Sachs, lo ha portato a 140 da 182 dollari. Nomura lo ha ridotto a 175 da 185 dollari mantenendo il rating "neutrale". Canaccord Genuity ha lasciato il rating "comprare" aspettandosi che l'azione arrivi a valere 190 dollari, non più ai 225 dollari attesi fino a ieri. Anche Baird resta ottimista con una raccomandazione pari a "outperform" ma il target price è stato ridotto a 185 da 230 dollari. Gli esperti di Wedbush hanno portato a 200 da 275 dollari l'obiettivo di prezzo lasciando a loro volta il rating a "outperform". Jefferies consiglia di comprare il titolo, visto a quota 160 dollari e non più a 225 dollari. Secondo Morgan Stanley, il titolo va sovrappesato in portafoglio ma il target price è stato limato a 211 dollari da 236 dollari. Bank of America ha a sua volta ridotto l'obiettivo di prezzo, a 196 da 220 dollari. Macquarie ha invece bocciato il titolo a "neutrale" da "outperform" e Loop Capital da "comprare" a "tenere". Citigroup resta convinto che il titolo sia da acquistare anche se varrà 170 dollari e non più 200.

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