
Istanbul, 13 novembre 2023 – La vendita di prodotti halal nel mondo è raddoppiata nelle ultime 3 settimane, grossomodo da quando è iniziata la guerra in Medio Oriente e in particolare a partire dalla controffensiva israeliana che sta stringendo d’assedio la Striscia di Gaza. Ma cosa sono i prodotti halal? E in che modo c’entrano la guerra in Medio Oriente, il boicottaggio nei confronti di Israele e una possibile radicalizzazione dello scontro fra opposte visioni del mondo (quella che viene comunemente definito scontro fra civiltà) fra Occidente e Oriente?
Il boom di prodotti halal
Nelle ultime tre settimane la domanda di prodotti halal ha fatto registrare un incremento superiore al 100%. Un dato reso noto dal World Halal Summit Council, che sottolinea come “questo dato sia il riflesso del crescente numero di boicottaggi di prodotti israeliani”.
Il boicottaggio a Israele
“Boicottaggi moltiplicatisi nelle ultime settimane in seguito all'inasprirsi del conflitto tra Israele e Hamas, ma soprattutto all'emergenza umanitaria sempre più grave nella Striscia di Gaza”, spiegano dal World Halal Summit Council.
Lo scontro fra civiltà
Fra le principali ipotesi di questo incremento c’è la possibilità che i musulmani residenti in Paesi non islamici stiano sempre più orientando le loro scelte verso prodotti che seguono i dettami dell’Islam. Sono Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia infatti i tre principali Paesi non appartenenti al panorama islamico in cui la domanda di prodotti conformi ai dettami dell'Islam è schizzata verso l'alto.
Cosa sono i prodotti halal
Contrariamente a quanto si possa pensare non si tratta solo di cibo, ma anche di prodotti igienici, farmaceutici e del settore tessile. La certificazione Halal garantisce a fedeli di religione musulmana la conformità di un prodotto alimentare ai precetti religiosi (la carne – vietata quella suina –, ad esempio, deve seguire precisi canoni di macellazione). Un prodotto Certificato Halal rispetta i dettami religiosi e può essere consumato dal fedele osservante senza che questi corra alcun rischio di commettere peccato.
Il concetto di Halal (lecito) si contrappone a quello di Haram (illecito), termine che nel Corano identifica alimenti e bevande che un musulmano non può assolutamente consumare.
Il mercato halal
Un mercato del valore complessivo di 7 mila miliardi che punta a raggiungere i 10 mila miliardi nei prossimi cinque anni anche grazie agli investitori del Golfo che non hanno problemi di liquidità.
"La domanda cresce nei Paesi occidentali ed è raddoppiata nelle ultime tre settimane. Numeri frutto dei boicottaggi, ma segno anche di una spaccatura tra i governi che rimangono in silenzio e l'opinione pubblica. Non facciamo politica, il nostro è un appello umanitario", ha dichiarato Yunus Ete, presidente del World Halal Summit Council.
Quest'ultimo è un organismo cresciuto negli ultimi anni anche grazie al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il leader turco sulle produzioni halal, così come sulla finanza islamica, direttamente collegata all'economia halal, ha puntato forte.
La finanza islamica
La finanza Islamica (participation finance) è un sistema di servizi finanziari libero da interessi (l’Islam vieta il prestito a usura). Un mercato sulla cui crescita Erdogan crede, convinto del fatto che "possa raggiungere tutti i consumatori, anche non musulmani", ma soprattutto un mercato cui la Turchia guarda con interesse per alleviare la difficile situazione economica interna.
L’economia halal
Se si esclude la finanza infatti, nel 2021 a livello globale il settore alimentare halal ha prodotto 1.3 mila miliardi dollari di ricavi, il tessile 295 miliardi, i media 231 miliardi e il turismo 102 miliardi (altro settore in cui la Turchia è in prima linea). Per quanto riguarda la finanza islamica si è passati dai 3.1 mila miliardi del 2021 a 3.4 mila miliardi nel 2022.
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