Venerdì 19 Aprile 2024

Booking, evasi in Italia 153 milioni di Iva

L’indagine della Guardia di Finanza di Genova: addebiti non versati tra il 2013 e il 2019. Il gruppo replica: "Massima collaborazione"

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Il sito di prenotazioni online più famoso del mondo finisce nel mirino della Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle del comando provinciale di Genova, infatti, contestano a Booking.com una maxi evasione fiscale da 153 milioni di euro. Gli addebiti riguardano in particolare l’Iva non versata in Italia tra il 2013 e il 2019.

L’inchiesta, portata avanti dai militari del primo gruppo di Genova e dalla dipendente compagnia di Chiavari, è partita nel 2018 da una serie di accertamenti fiscali su gestori di Bed&Breakfast in particolare della zona del Levante ligure.

Dall’esame dei documenti fiscali, dichiara la Guardia di Finanza, "è emerso come la società olandese era solita emettere fatture senza Iva applicando il meccanismo del cosiddetto ‘reverse charge’, ossia l’inversione contabile, anche nei casi in cui la struttura ricettiva era priva della relativa partita, con la conseguenza che l’imposta non veniva dichiarata né versata in Italia". I militari hanno consultato le banche dati e fonti aperte e con i dati messi a disposizione dalla multinazionale e relativi alle commissioni applicate a 896.500 posizioni di clienti in Italia si è ricostruito un fatturato per un ammontare di circa 700 milioni di euro; su tale importo la società avrebbe dovuto procedere alla dichiarazione annuale dell’Iva e versare nelle casse erariali oltre 153 milioni di euro di imposta. È invece emerso come la stessa non abbia nominato un proprio rappresentante fiscale, né si sia identificata in Italia e quindi non abbia presentato la relativa dichiarazione "pervenendo così alla totale evasione dell’imposta, che non è stata assolta né in Italia né in Olanda", dove il gigante del web ha sede.

In riferimento all’inchiesta della Guardia di Finanza, la piattaforma di prenotazioni online ritiene che "in linea con la legislazione europea in materia di Iva, tutte le nostre strutture partner nell’Unione europea, incluse quelle italiane, siano responsabili della valutazione circa il pagamento dell’Iva locale e del versamento ai rispettivi governi". E ancora: "Confermiamo – sottolinea la società – di aver ricevuto il recente verbale di accertamento Iva da parte delle autorità italiane, che verrà ora esaminato dall’Agenzia delle Entrate e che intendiamo approfondire in piena collaborazione con quest’ultima".

Intanto, l’inchiesta finisce anche nelle mani della neonata Procura europea. Ieri infatti i magistrati europei hanno contattato i colleghi genovesi per capire come procedere. "Si tratta di una evasione colossale", ha dichiarato il procuratore aggiunto Francesco Pinto che coordina insieme al sostituto Giancarlo Vona l’inchiesta della guardia di finanza. Gli investigatori italiani, comunque, non hanno trovato alcuna collaborazione da parte dell’autorità olandese. Gli inquirenti hanno dovuto infatti ricostruire l’organigramma della società. Al momento risultano non esserci indagati, ma nei prossimi giorni potrebbero esserci ulteriori sviluppi.

Sulla vicenda è anche intervenuto il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia): "Le inchieste sui colossi del digitale dimostrano" che queste piattaforme "approfittano dei vuoti normativi dell’Italia e dell’Europa. Non solo hanno penalizzato il settore, ma avrebbero anche evaso l’Iva. La magistratura faccia il suo corso, ma ci auguriamo che l’Agenzia delle Entrate non trovi accordi bonari con questo colosso digitale del turismo (Booking.com, ndr) che in Italia ha trovato l’Eldorado", conclude Rampelli.

red. eco.

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