Bonus tv, fondi esauriti per il nuovo digitale terrestre

Usati finora 315 milioni di euro. Ne servono altri 100, ma si rischia di "bucare" la scadenza del 20 dicembre

bonus tv

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I fondi per gli incentivi al digitale terrestre scarseggiano. Il rischio è di arrivare alla scadenza del 20 dicembre senza soldi per facilitare la sostituzione di televisori e decoder. Già, perché i fondi gestiti dal ministero dello Sviluppo economico (ora ministero delle Imprese e del Made in Italy) sono esauriti. Secondo le stime occorrono almeno 100 milioni di euro, cifra da inserire in manovra e che sarà disponibile soltanto a partire dall’anno prossimo. Ad oggi i fondi già utilizzati per il ricambio dei televisori attraverso la rottamazione o per l’acquisto di decoder adeguati al nuovo sistema ammontano a poco più di 315 milioni di euro. Al momento, sono ancora disponibili soltanto le risorse destinate ai Comuni montani che devono adeguare gli impianti e quelle per la consegna gratuita a domicilio di un decoder compatibile agli anziani a basso reddito.

A ricostruire la vicenda è stato il Sole 24 Ore. Una vicenda nella quale la valutazione dei fondi disponibili si intreccia con un complicato passaggio tecnologico. A metà del 2022, il Mise ha completato la riorganizzazione delle frequenze televisive per la liberazione della banda 700 megahertz, a cui è collegato il processo di passaggio al nuovo digitale terrestre. Il prossimo 20 dicembre la codifica MPEG-2 andrà in pensione e sarà sostituita, a partire dal giorno successivo, da MPEG-4, il formato nel quale sarà trasmessa l’intera programmazione della tv digitale terrestre, compresi pertanto anche i canali nazionali che sono ancora trasmessi in standard definition. Questo significa che gli utenti, soprattutto quelli più anziani, che non dispongono di apparecchi per la ricezione dell’Hd (alta definizione) non potranno vedere più nulla. Oltre a questo, c’è anche un altro passaggio molto più importante. Si tratta della migrazione dallo standard tecnologico Dvb-T1, necessario alla trasmissione televisiva digitale e che ha permesso la diffusione di programmi Hd prima disponibili solo sul satellite, al nuovo Dvb-T2, che garantisce più funzionalità e che aumenta la qualità visiva dei canali e la copertura sul territorio. Il problema è che lo standard Dvb-T2 ha bisogno di apparecchi idonei (un po’ come è successo nel passaggio tra l’analogico e il digitale). Dal 2017, tutti i televisori commercializzati in Italia devono avere il dispositivo integrato ma sono in molti che non hanno ancora acquistato un nuovo apparecchio dotato di tale tecnologia. Da qui gli incentivi stanziati dal governo. Tornando alla migrazione tra Dvb-T1 a Dvb-T2, dopo un rinvio rispetto alla tabella di marcia deciso più di un anno fa, il passaggio è stato fissato a partire dal primo gennaio 2023. Una formula ambigua che lascia aperta la partita. Due le soluzioni alternative: accelerare il più possibile il processo oppure, come sostengono molti gli operatori, concludere il passaggio quando il parco televisori e decoder a livello nazionale sarà attrezzato.Nel frattempo, nelle prossime settimane la campagna di comunicazione sulla migrazione del 20 dicembre sarà intensificata. Resta comunque da capire le decisioni del governo sul rifinanziamento degli incentivi: sul dossier è al lavoro il neo ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. L’ipotesi che circola è che potrebbe chiedere una copertura finanziaria al Tesoro.