Bonus Mezzogiorno 2023, cosa prevede la proroga. La guida

Prolungati di un anno i crediti d’imposta alle imprese che effettuano investimenti in beni strumentali e in attività di R&S nonché quelli nelle Zes e per gli impianti di compostaggio

Bonus per il Mezzogiorno

Bonus per il Mezzogiorno

Roma, 26 gennaio 2023 – Confermate per il 2023 le agevolazioni fiscali per supportare la crescita economica del sud Italia. Il periodico dell'Agenzia delle Entrate Fiscoggi riporta che sulla base dei commi da 265 a 270 dell’articolo 1, legge 197/2022, vengono confermate per il 2023 una serie di agevolazioni fiscali, che erano in scadenza lo scorso 31 dicembre, finalizzate alla crescita economica del Mezzogiorno: il credito d’imposta, nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale, per le aziende che acquistano macchinari e impianti destinati a strutture produttive ubicate al Sud (commi 265 e 266); il credito d’imposta per gli investimenti nelle zone economiche speciali istituite nelle regioni meno sviluppate e in transizione (comma 267); il bonus ricerca e sviluppo con aliquota maggiorata rispetto a quella nazionale, ossia al 25, al 35 e al 45%, rispettivamente per le grandi, le medie e le piccole imprese (commi 268 e 269); il credito d’imposta del 70% per l’installazione e la messa in funzione di impianti di compostaggio presso i centri agroalimentari presenti in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia (comma 270).  

Bonus investimenti nel Mezzogiorno È esteso dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 il credito d’imposta per gli investimenti destinati a strutture produttive nelle regioni del Mezzogiorno. La proroga è arrivata tramite modifica della disposizione introdotta dalla legge di stabilità per il 2016 (articolo 1, commi da 98 a 108, legge 208/2015), che aveva previsto l’agevolazione per il quadriennio 2016-2019. La misura era stata reiterata più volte, di anno in anno, da ultimo, fino al 31 dicembre 2022, dalla legge di bilancio 2021 (articolo 1, comma 171, legge 178/2020). Destinatari del bonus sono le imprese che acquisiscono, anche mediante contratti di locazione finanziaria, beni strumentali nuovi (macchinari, impianti e attrezzature varie) destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio delle zone assistite del Mezzogiorno.

Si tratta, nel dettaglio, delle regioni meno sviluppate, cioè quelle in cui il Pil pro-capite è inferiore al 75% della media Ue (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia), ammissibili alle deroghe agli aiuti di Stato previste dall’articolo 107, paragrafo 3, lettera a) del Trattato sul funzionamento dell’Ue (Tfue), cioè gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita è anormalmente basso oppure si registra una grave forma di sottoccupazione, nonché delle regioni “in transizione”, in cui il Pil pro-capite è ricompreso tra il 75% e il 90% della media Ue (Abruzzo), ammissibili alle deroghe agli aiuti di Stato previste dalla successiva lettera c) della citata norma del Trattato Ue, ossia gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse.

La misura non si applica ai settori dell’industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche nonché nei settori creditizio, finanziario e assicurativo, né alle imprese “in difficoltà” (comunicazione 2014/C 249/01 della Commissione europea). Il credito d’imposta spetta nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2020: 45% alle piccole imprese (30% in Abruzzo), 35% alle medie imprese (20% in Abruzzo), 25% alle grandi imprese (10% in Abruzzo). Per i settori della produzione primaria di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, gli aiuti spettano nei limiti e alle condizioni previsti dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato nei settori agricolo, forestale e delle zone rurali e ittico. Per fruire del credito, occorre presentare un’apposita comunicazione all’Agenzia delle entrate. Il bonus è spendibile, a decorrere dal periodo d’imposta in cui è stato effettuato l’investimento, solo in compensazione, indicando nel modello F24 il codice tributo “6869” (risoluzione 51/2016). La delega di pagamento dev’essere trasmessa esclusivamente tramite i servizi telematici delle Entrate, pena il rifiuto dell’operazione di versamento, a partire dal quinto giorno successivo alla data di rilascio della ricevuta dell’amministrazione finanziaria attestante la fruibilità del credito.

Bonus investimenti nelle Zes È prorogato fino al 31 dicembre 2023 il credito d’imposta per investimenti nelle Zone economiche speciali, la cui istituzione è stata prevista dal “decreto Mezzogiorno” (articolo 4, Dl 91/2017) per favorire la creazione di condizioni utili allo sviluppo, in alcune aree del Paese, delle imprese già operanti nonché all’insediamento di nuove aziende; tali soggetti, all’interno di queste zone, possono beneficiare di una serie di agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative (articolo 5).

In particolare, per gli investimenti effettuati nelle Zes, il comma 2 dell’articolo 5 dispone che il credito d’imposta ex articolo 1, comma 98 e seguenti, legge 208/2015 (ossia, il bonus investimenti nel Mezzogiorno, esaminato nel paragrafo precedente), è commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquisiti entro il termine (così ora prorogato) del 31 dicembre 2023, nel limite massimo, per ciascun progetto d’investimento, di 100 milioni di euro, ed è esteso all’acquisto di terreni e all’acquisizione, realizzazione o ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Per accedere al bonus, le imprese interessate devono comunicare in via telematica all’Agenzia delle entrate, con apposito modello, i dati degli investimenti agevolabili e il credito d’imposta di cui si chiede l’autorizzazione; anche quest’ultima (o l’eventuale diniego) viaggia online, tramite specifica ricevuta, resa disponibile nell’area autenticata dei Servizi telematici delle Entrate.

Il credito d’imposta riconosciuto può essere utilizzato solo in compensazione, a partire dal quinto giorno successivo alla data di rilascio della ricevuta che ne attesta la fruibilità. Il relativo modello F24, nel quale va indicato il codice tributo “6906” (risoluzione 83/2019), deve essere trasmesso esclusivamente tramite i canali Entratel o Fisconline, pena il rifiuto dell’operazione di versamento. Per evitare la revoca dei benefici, le imprese devono mantenere l’attività nella Zes per almeno sette anni dal completamento dell’investimento e non devono essere in stato di liquidazione o scioglimento.

Bonus ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno È esteso al 2023 il credito d’imposta maggiorato per gli investimenti in attività di R&S in favore delle imprese operanti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, già prolungato agli anni 2021 e 2022 dalla legge di bilancio 2021 (articolo 1, comma 185, legge 178/2020 – vedi “Legge di bilancio 2021 e Fisco – 14. Proroga biennale per i bonus al Sud”).

Si tratta della versione potenziata – riservata alle imprese del Mezzogiorno nonché a quelle operanti nelle regioni Lazio, Marche e Umbria, colpite dagli eventi sismici del 2016-2017 – del bonus introdotto, con riferimento a tutto il territorio nazionale, dalla legge di bilancio 2020 (articolo 1, commi da 198 a 209, legge 160/2019; per una disamina della disciplina, in particolare delle attività ammissibili al credito d’imposta e delle spese agevolabili, vedi “Legge di bilancio per il 2020 – 14: la nuova versione del bonus R&S” e, per le disposizioni applicative dettate dal decreto Mise 26 maggio 2020, “Nuovo bonus ricerca e sviluppo: ufficiali le prime regole operative”). Lo scopo della maggiorazione è incentivare più efficacemente l’avanzamento tecnologico dei processi produttivi e gli investimenti in ricerca e sviluppo, compresi i progetti in materia di Covid 19, direttamente afferenti a strutture produttive ubicate in quei territori. Alle imprese operanti nelle regioni del Mezzogiorno, il credito d’imposta spetta nella misura: del 25%, se grandi imprese (occupano almeno 250 persone e hanno fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro o totale di bilancio superiore a 43 milioni di euro); del 35%, se medie imprese (occupano almeno 50 persone e hanno un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro o totale di bilancio non superiore a 43 milioni di euro); del 45%, se piccole imprese (occupano meno di 50 persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro).

Bonus impianti di compostaggio Assicurato un altro anno di vita, fino al 31 dicembre 2023, anche al credito d’imposta del 70% per le spese documentate relative all’installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio presso i centri agroalimentari presenti in alcune regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia), che la scorsa legge di bilancio aveva introdotto per le sole spese sostenute nel 2022 (articolo 1, commi da 831 a 835, legge 234/2021).  

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