Giovedì 18 Aprile 2024

Bonus facciate anche per il 2022. Ma il 10% si paga entro quest’anno

Prorogata l’agevolazione per l’esterno delle case, ma una parte dei lavori va saldata entro il 31 dicembre

Bonus facciate

Bonus facciate

Roma, 22 ottobre 2021 - Il pressing di categorie e autorevoli esponenti del governo (leggi il ministro Dario Franceschini) ha prodotto un primo risultato: sarà possibile usufruire per tutto il 2022 del bonus facciate al 90%, che era ’sparito’ dalla manovra. Ma solo se il committente pagherà il 10% della spesa dei lavori di rifacimento dell’esterno dell’immobile entro la fine di quest’anno. È questo il compromesso raggiunto ieri che, se non altro, tiene buone le (tante) voci critiche sollevatesi all’annuncio della cancellazione dell’agevolazione, che permette di detrarre il 90% del totale in dieci anni.

Più complessa la partita per gli altri bonus destinati all’edilizia. Ieri, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha confermato che gli incentivi continueranno. Ma anche per il Superbonus al 110%, in scadenza al 30 giugno prossimo (è il termine per i pagamenti dei lavori), è in arrivo uno stretta: la proroga fino a fine 2023 varrà solo per i condomini e le case Iacp, e non per le unità immobiliari unifamiliari e le ville. Negli anni successivi, il Superbonus subirà un décalage: al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. La stretta è dovuta a due ragioni. La prima è economica, per ridurre il costo dell’incentivo a carico dell’erario. La seconda è che i condomini sono partiti più tardi, a causa dei procedimenti burocratici previsti nella prima versione del provvedimento e alleggeriti solo con il decreto semplificazione.

Per le altre agevolazioni (il bonus ristrutturazione, il sisma bonus e l’ecobonus) dovrebbe esserci una proroga triennale senza grosse variazioni. Stesso discorso anche per gli incentivi per l’acquisto di mobili e per la sistemazione a verde di terrazze o aree condominiali.

Insomma, il cantiere della manovra economica del 2022 è ancora aperto. Le granitiche certezze sono i saldi, 23,4 miliardi e i principali capitoli. Ma per il resto si lavorerà fino all’ultimo per cercare un compromesso fra i partiti ed evitare il solito assalto alla diligenza dei conti pubblici.

Il piatto forte resta quello del taglio al cuneo fiscale, che dovrebbe assorbire circa 8 miliardi e rappresentare il primo step della riforma delle tasse. Bisognerà attendere ancora qualche settimana per conoscere i dettagli del provvedimento. L’obiettivo resta quello di ampliare la platea dei lavoratori interessati, ferma oggi a quota 40mila euro di reddito.

Confermati, invece, gli stanziamenti per il reddito di cittadinanza: circa 800 milioni in più nel 2022 che hanno fatto infuriare il presidente della Confindustria, Carlo Bonomi: "Soldi sprecati". Consistente il pacchetto di risorse destinato alla sanità, che si attestano sui 4,1 miliardi, anche sull’onda dell’effetto Covid. Per gli ammortizzatori sociali, invece, la dote sarà di 3 miliardi: 1,5 stanziati con la manovra e l’altra metà da altre fonti. Nessun problema, invece, per gli incentivi alle imprese legati al piano "industria 4.0". Un capitolo che vale all’incirca 4 miliardi e che prevede il rifinanziamento di misure come il super-ammortamento e quelli per la transizione tecnologica e digitale. Infine, 2 miliardi saranno destinati, nel 2022, a limitare il caro-bollette dovuto all’impennata dei prezzi delle materie prime.

 

 

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