Martedì 16 Aprile 2024

Lavoro cercasi, 10 bonus a chi assume

Sconti alle imprese che scelgono donne, giovani e laureati con lode. Ma anche disoccupati e diversamente abili. E il reddito di cittadinanza si trasformerà in sgravio

L'emergenza Covid ha pesato sulla creazione di nuovi posti di lavoro

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Roma, 19 gennaio 2020 - Hanno toccato quota 10 gli incentivi previsti per chi assume giovani, donne, cassintegrati, disoccupati, titolari del reddito di cittadinanza. Alle formule esistenti anche nel 2019, si sono aggiunti un nuovo sconto per l’apprendistato e la revisione del mai applicato bonus "eccellenze". Senza contare che l’anno cominciato sarà il primo per valutare gli effetti degli sgravi per chi ingaggia i beneficiari del sussidio anti-povertà. "La vera novità – spiega Enzo De Fusco, uno dei più noti consulenti del lavoro italiani – è il bonus ‘laureati eccellenti’ rivisto per il 2020: un provvedimento per facilitare l’ingresso di neo laureati con il massimo dei voti nel mondo del lavoro". Ed evitare, semmai, la loro fuga all’estero. 

Ma vediamo, nello specifico, come si compone la batteria di agevolazioni utilizzabili dalle imprese e dai datori che vogliano assumere, partendo proprio dal bonus citato. Si tratta di uno sgravio triennale per i laureati "eccellenti", che nel 2019 non ha funzionato per una raffica di complicazioni procedurali e che nel 2020 viene semplificato e affidato in gestione all’Inps: prevede, per i 110 e lode e per i dottorati, un esonero dei contributi a carico del datore di lavoro fino a 8mila euro l’anno. 

La seconda via stabilita dalla manovra riguarda gli apprendisti: ebbene, per le imprese, principalmente le artigiane, fino a 9 dipendenti l’assunzione di apprendisti di primo livello comporta uno sgravio del 100% dei contributi dovuti nei primi tre anni di contratto, con aliquota al 10% dopo il terzo anno. Si incentiva l’alternanza scuola lavoro, con la possibilità di conquistare: la qualifica e il diploma professionale; il diploma di istruzione secondaria superiore; il certificato di specializzazione tecnica superiore.

Il 2020 sarà anche il banco di prova per la trasformazione del reddito di cittadinanza in sgravio-bonus in caso di assunzione. Solo dal 15 novembre, infatti, è possibile per i datori presentare domanda all’Inps per l’ingaggio incentivato di destinatari del sussidio: in gioco uno sconto pari all’ammontare del reddito non percepito, fino al massino di 780 euro mensili.

Veniamo ora agli altri bonus prorogati. In primo piano lo sgravio contributivo per i neo-assunti a tempo indeterminato under 35: esiste dal 2018 e dura al massimo per tre anni, è pari al 50 per cento della contribuzione (nel limite di 3mila euro annui. Al Sud, però, il bonus arriva al 100 per cento dei contributi, anche se, per questo raddoppio, manca un decreto dell’Anpal per la sua operatività. 

La quarta soluzione agevolativa è la conferma delle aliquote contributive ridotte in modalità variabile (all’1,5% il primo anno, al 3% il secondo anno, al 10% dal terzo anno per i datori fino a 9 dipendenti, al 10 fisso sopra i 9 dipendenti) per l’assunzione di apprendisti (15 – 29 anni) con contratto professionalizzante. 

Altri tre bonus riguardano: i lavoratori disoccupati con Naspi (chi li assume intasca il 20 per cento dell’indennità mensile non percepita), i lavoratori in cassa integrazione straordinaria con assegno di ricollocazione (viene scontato il 50 per cento dei contributi fino a 4.030 euro per 18 mesi), i lavoratori in cassa integrazione straordinaria da almeno tre mesi (sconto sui contributi contributivo del 10 per cento per un anno). 

Prorogato, infine, il pacchetto donne, composto di sconti contributivi del 50 per cento per 18 o 12 mesi per i datori di lavoro che assumono stabilmente o con contratto a termine donne disoccupate da almeno 6 mesi nel Sud o disoccupate da un anno nel Centro-Nord. Resta in ballo anche, per i datori sotto i 20 dipendenti, lo sgravio del 50 per cento per un anno per i neo-assunti in sostituzione di lavoratrici in congedo di maternità o familiare. 

Nel complesso, spiega De Fusco, "quelli attualmente a disposizione sono allora incentivi di certa utilità, vista peraltro la centralità di un tema come il costo del lavoro, sul quale si potrebbe lavorare ancora molto a favore delle stesse imprese. Con una certa frequenza, però, risultano troppo brevi nell’ambito di un significativo processo di sviluppo professionale: quando si esauriscono gli incentivi può capitare che il giovane non sia ancora maturo per il lavoro".

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