Bonus animali domestici addio: niente 900 euro nel 2023. Perché è saltato

L'emendamento non supera il vaglio della commissione Bilancio. Offriva un bonus di 150 euro all’anno per ogni animale domestico

Niente bonus per gli animali domestici 'rafforzato' nel 2023: la proposta di Michela Vittoria Brambilla (Gruppo Misto) non ha passato le forche caudine della commissione Bilancio. Un emendamento alla manovra del governo Meloni prevedeva un aiuto economico fino anche a 900 euro per i proprietari di amici a quattro zampe. Un contributo che però, tra tempi stretti per l’approvazione del bilancio e risorse da centellinare, è sfumato prima ancora di nascere.

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Cosa prevedeva il bonus

La proposta firmata da Brambilla offriva un bonus di 150 euro all’anno per ogni animale domestico: trattasi di animali che vivono in famiglia e iscritti nella relativa anagrafe. Il bonus poteva arrivare a un massimo di 450 euro complessivi e per ottenerlo si doveva presentare domanda tramite l’Inps.

Il cambio più netto partiva però dal calcolo dell’Isee e il contributo calcolato in base al reddito. Un nucleo familiare con un Isee superiore a 15mila euro annui, infatti, avrebbe potuto beneficiare delle cifre sopra citate. Diversamente, per gli Isee inferiori ai 7 mila euro, l’importo massimo sarebbe addirittura lievitato a 900 euro.

La misura quindi rappresentava già una revisione di quanto proposto anzitempo dal governo Draghi, ovvero un bonus fisso di 550 euro a ciascun richiedente, senza quindi applicare una suddivisione in base al reddito.

Perché non è passato

Per l'emendamento a firme Brambilla la chance di essere approvato si è volatilizzata dopo la riunione della Commissione Bilancio dello scorso 20 dicembre. Troppe poche risorse, o troppo poco tempo? La nuvola che circonda le ragioni per cui il bonus per animali domestici è saltato potrebbe avere entrambe queste caratteristiche. Specialmente pensando all’approvazione della Legge di Bilancio, che deve avvenire per forza entro l’ultimo giorno dell’anno.  

A passare il vaglio invece è stato l’emendamento così ribattezzato ‘Far West': promosso da Fratelli d’Italia, e fortemente contestato dalle associazioni animaliste, propone un via libera alla caccia in aree protette ma anche urbane, allo scopo di gestire e contenere gli animali della fauna selvatica - un esempio su tutti, i cinghiali.