Mercoledì 24 Aprile 2024

Bonus da 200 euro, Cna: alle partite iva solo 90 euro

Secondo la Confederazione nazionale dell'artigianato, le risorse stanziate per l'indennità una tantum "potrebbero essere insufficienti a garantire ai lavoratori autonomi il medesimo importo riconosciuto alla generalità dei lavoratori”

Bonus 200 euro

Bonus 200 euro

Il Decreto Aiuti varato dal governo potrebbe lasciare (quasi) a mani vuote gli autonomi. A fronte di un bonus da 200 euro previsto per dipendenti e pensionati, infatti, l’importo per le partite iva non è predefinito. Secondo la Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna), agli autonomi potrebbero andare circa 90 euro. Il decreto, oltre a prevedere misure in materia di energia, a sostegno della liquidità delle imprese, della ripresa economica e relative alla crisi ucraina, introduce alcune indennità una tantum per certe tipologie di soggetti. Nello specifico, si rivolge ad autonomi e dipendenti, percettori di indennità previdenziali o assistenziali (ad esemmpio, Naspi e Reddito di Cittadinanza), e pensionati.

Per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, poi, il decreto istituisce un fondo da 500 milioni di euro, denaro che servirà ad alleviare la perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione. Tuttavia, siccome sarà un decreto ministeriale, da adottare entro il 16 giugno, a stabilire i criteri per la concessione del bonus, l’importo “varierà sulla base del numero complessivo dei beneficiari e del limite di reddito” anch’esso previsto nel provvedimento attuativo. Insomma, per la Cna “le somme stanziate potrebbero essere insufficienti a garantire ai lavoratori autonomi il medesimo importo di 200 euro riconosciuto alla generalità dei lavoratori”. Infatti, considerando che la platea degli iscritti alle gestioni Inps interessate ammonta a 4.380.345, cui vanno aggiunti circa 1,5 milioni di professionisti iscritti presso le casse di previdenza private, “i 500 milioni di euro stanziati darebbero luogo ad una indennità di importo addirittura inferiore a 90 euro”.

E questo nonostante il fatto che la maggioranza degli autonomi abbia redditi inferiori ai 35mila euro, la soglia reddituale che dà diritto al beneficio nel caso di pensionati e dipendenti. Insomma, ci sarebbe una palese differenza di trattamento tra le varie categorie. Certo, senza il provvedimento attuativo è ancora presto per fare stime precise. C’è poi da considerare che il Decreto Aiuti non permette di cumulare l’indennità con gli altri benefici previsti, come il bonus sociale, i crediti d’imposta per l’energia elettrica e il gas, e quelli per gli autotrasportatori. L’utilizzo di questi ultimi da parte degli autonomi, pertanto, potrebbe liberare una quota delle risorse stanziate e quindi aumentare l’importo dell’una tantum. Secondo la Cna, però, visto che ci sono dei limiti di spesa per queste misure compensative, gli autonomi dovranno valutare con attenzione quale beneficio richiedere. Un’ulteriore complicazione della quale, in questo momento, non si sentiva il bisogno.