Venerdì 19 Aprile 2024

Bonollo, la grappa seduce con l’Amarone barrique

La casa veneta ha cambiato l’immagine del distillato nel mondo conquistando le donne

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Un’eccellenza italiana. Certificata. Tale è Distillerie Bonollo Umberto: il riconoscimento ufficiale è arrivato nel 2016, quando Montecitorio ha premiato l’azienda di Mestrino (Padova) – leader nella produzione di grappa – inserendola tra le top cento del made in Italy. Non l’unico premio ottenuto dalla realtà veneta nel corso della sua storia ultracentenaria. Una storia legata alla famiglia Bonollo e alle quattro generazioni che si sono avvicendate dal 1908.

"La quarta – spiega Elvio Bonollo, al timone con il fratello Filippo e i cugini Luigi e Giorgio – è entrata alla fine degli anni Novanta. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di mettere a valore ciò che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto, con una logica di miglioramento. Vuol dire mettersi continuamente in discussione". Unico modo per dare alla luce idee nuove. Ecco il tratto distintivo della Bonollo: la capacità di innovare senza perdere il legame con la tradizione. "Cerchiamo di prendere il meglio dal passato, evolvendoci. Siamo in un settore in cui tradizione e innovazione spesso si contrappongono, la nostra filosofia è diversa: vogliamo migliorarci per creare esperienze sensoriali nuove. È ciò che cerca chi beve grappa. Ci facciamo promotori della logica del bere poco, ma bere bene".

Il risultato di tale filosofia si concretizza in prodotti che distinguono l’azienda veneta dai competitor. Uno su tutti, la ‘Grappa OF Amarone Barrique’, nata nel 1999: è il frutto della distillazione delle vinacce provenienti dalla pigiatura delle uve passite da cui viene ottenuto il pregiato Amarone della Valpolicella. "A distanza di oltre vent’anni – osserva Elvio Bonollo – possiamo dire di aver creato un segmento di mercato che non esisteva, quello delle grappe invecchiate ad alto valore. Un prodotto dalle caratteristiche e dal carattere di una grappa, ma con la morbidezza tipica di altri distillati internazionali. Siamo riusciti a elevare il modello di consumo".

Una vera e propria svolta nel settore. "Dalla classica grappa dell’Alpino, forte e che risponde a un vissuto maschile d’altri tempi, abbiamo dato vita a un prodotto che ha conquistato anche il pubblico femminile nei mercati internazionali. E che piace sia ai consumatori esperti che ai neofiti. Ecco cosa significa prendere il meglio della tradizione e ragionare in un’ottica evolutiva". La Bonollo vanta un fatturato di 50 milioni di euro, con un centinaio di dipendenti che lavorano nelle due sedi in provincia di Padova. L’export pesa per il 20% circa: i Paesi di lingua tedesca, Germania, Austria e Svizzera, costituiscono i principali mercati di destinazione; seguono gli altri Paesi europei e il Nord America.

"Il settore della grappa – continua Elvio, consigliere di amministrazione con delega al marketing e allo sviluppo del prodotto – è in fase di consolidamento. Da cinque anni i volumi si sono assestati. Il consumo si sta spostando sempre più verso la qualità elevata e verso la grappa invecchiata. Questo perché l’invecchiamento migliora ulteriormente caratteristiche già presenti nelle grappe giovani: all’intensità si uniscono equilibrio e morbidezza. Una ricchezza sensoriale che va spiegata". Ciò che i Bonollo fanno da oltre cent’anni. "La nostra generazione ha raccolto l’eredità di chi ha speso la propria vita in distilleria. Avvertiamo una grande responsabilità nel portare avanti i valori del passato, adattandoli al mondo odierno".

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