Mercoledì 17 Aprile 2024

Blue Panorama cerca hostess e steward «Passione e umanità requisiti base per i nostri futuri assistenti di volo»

MILANO

ASSISTENTI di volo, prepararsi al decollo. Non sarà più l’età dell’oro dell’aviazione civile, l’epoca immortalata da tanti vecchi film in cui piloti, hostess e steward godevano di stipendi favolosi e facevano la bella vita, avvolti da un alone quasi mistico, ma quell’uniforme non ha smesso di esercitare il proprio fascino ed è ancora il sogno di molti. I tempi sono cambiati ma i ruoli del cosiddetto ‘cabin crew’, l’equipaggio di bordo, continuano ad essere ambiti. «Vede, quando si concorre per una posizione in una società di servizi, la prima cosa sono le qualità umane. Lavorare in un contesto produttivo o nei servizi sono cose diversissime. Anche dal punto di vista di chi assume, le risorse umane sono la materia prima più importante: quello che arriva al cliente è un servizio. Quindi siamo attentissimi a identificare le persone che possono far bene con noi».

Giancarlo Zeni è l’ad di Blue Panorama Airlines, compagnia aerea tutta tricolore che dopo un periodo turbolento è rinata con l’acquisizione da parte del gruppo Uvet e che quest’anno ha fatto un vero exploit diventando il secondo vettore italiano per fatturato: un «traguardo storico», lo definisce l’ad. Una crescita certificata dalle diverse tornate di assunzioni che la compagnia ha svolto in questi mesi per rimpolpare il proprio organico in Italia e all’estero. Tra febbraio e maggio sono stati assunti 130 assistenti di volo, ma non finisce qui: il 24 settembre si terrà a Milano un nuovo ‘recruiting day’ in cui ne verranno selezionati altri 50.

Che cosa occorre per realizzare questo sogno? Cosa cercate in un giovane?

«Il movimento è il secondo bisogno elementare dell’uomo dopo il nutrirsi, e l’attività del trasporto soddisfa questa necessità. A chi lavorerà con noi chiediamo una passione speciale. Occorre una profonda disponibilità umana, perché nei trasporti ci sono sempre imprevisti: brutto tempo, un aeroporto chiuso, il dover cambiare volo e altre condizioni a cui bisogna adattarsi. Ogni giorno è diverso dai precedenti. Questi ragazzi non dovranno essere dei notai, ma veri viaggiatori. E poi ci sono requisiti specifici».

Quali?

«Noi, anche più di altri, siamo molto attenti alle norme in materia e aggiungiamo un supplemento di formazione. I requisiti base sono la cosiddetta ‘cabin crew attestation’ e il rapporto medico in corso di validità, un anno di esperienza, l’ottima conoscenza dell’inglese e meglio ancora se anche di altre lingue».

Personale che abbia già una minima esperienza...

«In Italia esiste un contesto regolamentare particolare che prevede che anche gli assistenti di volo abbiano quello che in gergo è chiamato ‘patentino’. Se riusciamo a intercettare ragazzi che abbiano già raggiunto la certificazione è meglio: sono più operativi. Ma è una qualifica che molti giovani che aspirano a lavorare sugli aerei conseguono in corsi appositi. Stiamo assumendo non solo italiani ma anche equipaggi internazionali, che parlino le lingue della clientela e delle nuove destinazioni».

Il reclutamento è un termometro della crescita industriale: qual è la situazione?

«Siamo diventati molto competitivi: due anni di seguito con utili di esercizio, un’incidenza dei costi del personale ai livelli di Ryanair, abbiamo espanso la flotta con nuovi aerei (dall’anno prossimo avremo i grandi Airbus A330) e le rotte. Ecco perché ci serve più personale navigante: quest’anno saranno 640 i dipendenti. Nel 2019 abbiamo poi raggiunto un altro record servendo ben 65 aeroporti nel mondo. Risultati dovuti anche alla sinergia con le altre società del gruppo: è innegabile che Uvet, leader nel turismo e nei viaggi, ci abbia dato una spinta enorme».

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