Mercoledì 24 Aprile 2024

Bitcoin, la doppia mazzata: ecco perché il valore è crollato

Settimana da tregenda per le criptovalute: prima lo stop di Elon Musk, e poi ieri l'appello di alcune società finanziarie cinesi e della Banca centrale di Pechino. Il Bitcoin ha bruciato 500 miliardi di capitalizzazione in poche ore

Criptovaluta

Criptovaluta

Milano, 19 maggio 2021 - Rovinosa caduta per i Bitcoin. La criptovaluta più famosa ieri ha perso fino al 28% del suo valore in poche ore, sfiorando il 'fondo' dei 30mila dollari e bruciando 500 miliardi di capitalizzazione. Se uno analizza lo storico degli ultimi tre mesi, il crollo è di oltre il 40%. Un brutto colpo per chi, magari ingolosito dai record che la moneta digitale aveva raggiunto a metà aprile (64mila dollari circa), ha pensato di investirci, non considerando che l'estrema volatilità è una caratteristica strutturale di questo strumento. Male anche le altre criptovalute, a partire da Ethereum, la seconda 'forza' del settore per capitalizzazione, che ha ceduto un terzo del suo valore. Giù a capofitto anche Dogecoin (-43%) e Coinbase, che ha aperto a Wall Street perdendo il 12%.

Sommario

Le cause del crollo

Ma come mai uno scivolone del genere? Le criptovalute erano in sofferenza da una settimana, dopo che Elon Musk, il geniale imprenditore di Tesla e SpaceX, aveva cambiato idea sulla possibilità di accettare la moneta digitale per l'acquisto delle sue vetture elettriche. Il motivo? La produzione di Bitcoin e simili è tutt'altro che green: ha bisogno di grandi quantità di energia elettrica per alimentare i computer che fanno i calcoli e 'generano' i token. Un dietrofront che ha spiazzato gli investitori, visto che Musk era stato tra i primi fan in particolare di Dogecoin.

L'ultima mazzata dalla Cina

Ma proprio mentre le criptovalute erano alle prese con un tentativo di rimbalzo, ieri è arrivato l'avvertimento lanciato da tre associazioni finanziarie cinesi. La Federazione nazionale cinese del finanziamento su internet, la Federazione bancaria cinese e la Federazione dei pagamenti e di compensazione non l'hanno mandata a dire: “Le critovalute non sono vera moneta”, è il ragionamento riportato dalle agenzie. Inoltre, la Banca centrale cinese, infatti, avrebbe vietato l'emissione di strumenti finanziari legati alle criptovalute. Subito il Bitcoin è sceso del 7%, per poi raggiungere i minimi degli ultimi tre mesi. Del resto, la Cina è stato a lungo un Paese favorevole alle criptovalute, ma ha poi cambiato radicalmente opinione e ora le accusa di essere uno strumento al servizio di attività criminali.

Il commento della Bce

A ricordare i punti deboli del Bitcoin e delle criptovalute in generale è stato Luis De Guindos, vicepresidente della Bce, che ha ribadito come esse “non possano essere considerate monete, ma un asset con fondamentali molto deboli, sempre che ci sia alcun fondamentale. Chiunque vi investa, si assume grandi rischi".

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