Bitcoin, drogato di criptovalute: "Un chiodo fisso, non vivevo più"

Il racconto di Hannes Grassegger, economista e reporter: "Controllavo continuamente il valore". Ci ha guadagnato 50 mila euro Bitcoin giù, Corea del Sud pronta a vietarli. E Buffett li stronca Bitcoin, Ripple e le altre, criptovalute protagoniste anche nel 2018 Bitcoin, la Consob francese smentisce Nabilla: il rischio c'è, possiamo perdere tutto

Bitcoin e Hannes Grassegger

Bitcoin e Hannes Grassegger

Zurigo, 12 gennaio 2018 - "Appena mi svegliavo al mattino il primo sguardo non andava a mia moglie o ai miei figli, ma allo smartphone per vedere l’andamento del mio investimento in ether (una criptomoneta, clone dei bitcoin, ndr). Non mi interessavo più a nulla, parlavo solo di soldi, mi facevo schifo da solo: ero sempre nervoso e agitato, anche se in fin dei conti non avrei perso più di 500 franchi (circa 430 euro)». Alla fine del tunnel, però, Hannes Grassegger – 37enne pluripremiato giornalista tedesco di Das Magazin ed economista – ha trovato una sostanziosa sorpresa: 60mila franchi svizzeri, circa 52mila euro. Un guadagno del 12mila per cento, in un anno e mezzo.

Il reporter di sede a Zurigo non è uno squalo dei mercati finanziari, ma nel gennaio 2016 ha voluto tentare l’avventura delle criptovalute perché «terrorizzato dai crolli di borsa e scoraggiato dagli interessi praticamente nulli dei conti in banca». Ha vissuto le montagne russe delle emozioni, scoprendo che quel rischio non fa per lui.

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Cosa ha fatto con quei soldi? «Sono andato in banca, come si faceva una volta, e lì mi hanno offerto un libretto di risparmio per i miei figli. Tasso d’interesse 1 per cento. Non sono un uomo ricco, faccio il giornalista, e volevo regalare un futuro ai miei ragazzi».

Dopo quel guadagno inaspettato, ha investito ancora in critpovalute? «Ho venduto il 90 per cento dei guadagni e tenuto il 10%, circa 6mila euro. Ora sono raddoppiati. Ma il mio adesso è un gioco».

La criptomoneta era diventata una droga per lei? «Le persone credevano che mi drogassi, anche se non ho mai assunto stupefacenti in vita mia. Bitcoin, in effetti, è partito col mercato della droga: i tossici compravano con questa valuta per non essere rintracciati».

Perché ha deciso di raccontare la sua storia? «Perché è stata una lezione profonda. Con le criptomonete chiunque può diventare un capitalista, è pazzesco».

Ha fatto soffrire la sua famiglia? «È stata una vicenda brutta per la mia famiglia, ma loro mi hanno salvato. Se sei solo, invece, è molto difficile uscirne».

Cosa le ha fatto venir voglia di vendere? «Mio fratello maggiore, un esperto di computer, mi ha aperto gli occhi. Mi ha detto: ‘I soldi digitali non mi servono più, l’affitto, la macchina, le vacanze le copro senza problemi con il mio stipendio. Le vincite o le perdite devono essere un divertimento, non creare avidità e panico. Il denaro non deve avere potere su di te’. Lui investì dopo di me».

Cosa consiglia a chi vuole investire i propri risparmi? «Se hai pochi soldi e non ti importa di perderli, giocali. Ma se ci tieni al tuo gruzzoletto non investirlo, perché i rischi sono alti. Lo dico come privato cittadino sulla mia esperienza, non da esperto”.

Che fine faranno le criptomonete? «Non sono soldi veri, perché non puoi usarli per fare shopping. Sono come i diamanti, l’oro e ci si gioca. Nel futuro il denaro sparirà e diventerà principalmente elettrico e liquido».  

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