ILARIA BEDESCHI
Economia

I Big Data nel mercato italiano, il nuovo diamante grezzo delle imprese

Fattore chiave nelle decisioni strategiche delle aziende, ma nelle Pmi 4 su 10 non hanno alcuna figura dedicata

Big data, una miniera di informazioni per le aziende
Big data, una miniera di informazioni per le aziende

Roma, 13 novembre 2023 – I Big Data sono il nuovo diamante grezzo delle imprese. Il mondo iperconnesso genera infatti una mole di informazioni e dati infinitamente più grande di quella sino a qualche anno fa ipotizzabile. I Big Data, se analizzati tramite sistemi e competenze evoluti, possono rappresentare il fattore chiave nelle decisioni strategiche delle imprese. Oggi e nel prossimo futuro sarà dunque l’investimento sui Big Data Analytics la strada per intervenire sul business dell’impresa - in un mercato nazionale e internazionale sempre più competitivo. Nel 2023 cresce, in generale, la spesa per gli Analytics e il livello di maturità delle imprese italiane nella gestione dei dati.

Le PMI restano indietro

Sul fronte delle PMI, 4 aziende su 10 non hanno alcuna figura dedicata, neanche parzialmente, all’analisi dei dati; il 57% si è invece dotata di un software di data Visualization & Reporting (+8% rispetto al 2022). Sempre dalla stessa ricerca emerge che, nel complesso, il 20% delle grandi aziende ha invece attribuito ad una figura executive la responsabilità di gestire e valorizzare i dati in logica trasversale nell’organizzazione e di porsi alla base di nuove forme di collaborazione extra-aziendali. Sono questi alcuni dei risultati della ricerca dell'Osservatorio Big Data & Business Analytics della School of Management del Politecnico di Milano.

Il ruolo chiave dei Data Analyst

Per analizzare i Big Data, oltre alle tecnologie, il fattore umano resta una componente strategica. Il Data Analyst è colui che esplora, analizza e interpreta i dati, con l’obiettivo di estrapolare informazioni utili al processo decisionale. L’obiettivo del suo lavoro è riassumere in fattori quantitativi la grande mole di dati, supportando in tal mondo le decisioni di business. Sulle diverse figure professionali capaci di valorizzare i dati all’interno delle organizzazioni il 77% delle grandi aziende italiane ha già un Data Analyst, il 49% un Data Scientist e il 59% un Data Engineer. Nel 2023 il 77% ha però avuto difficoltà a trovare le figure richieste.

Le grandi imprese al primo posto negli investimenti

La spesa delle aziende italiane in infrastrutture, software e servizi per la gestione e analisi dei dati cresce del +18% e raggiunge il valore di 2,85 miliardi di euro, per l’83% del totale imputabile a grandi imprese e solo per il 17% a microimprese e PMI. Rispetto al 2022, è possibile definire avanzate il 20% delle grandi imprese. Un anno fa era il 15%. Seguono le aziende definite focalizzate (12%): ben avviate sulla Data Science in alcune funzioni aziendali, ma con una scarsa attenzione alla valorizzazione complessiva del patrimonio informativo. D’altra parte, un terzo delle grandi aziende è immaturo o ai primi passi (32%). Si tratta soprattutto delle più piccole.

La situazione delle PMI

La capacità di analisi dati delle PMI aumenta lievemente: il 74% delle PMI italiane svolge attività di analisi dati almeno descrittive. Tra queste realtà, il 68% sta sperimentando anche nel campo delle analisi predittive. Il 14% di queste si limita al miglioramento della pianificazione finanziaria. Il restante 86% conduce analisi anche in altri settori, soprattutto in ambito marketing o produzione. Una delle principali aree di spesa per le PMI è rappresentata da licenze software di Data Visualization & Reporting, strumenti ad oggi presenti nel 57% delle imprese (+8% rispetto al 2022). Spesso però questi strumenti vengono utilizzati da un numero limitato di figure professionali, e il foglio di calcolo rimane molto diffuso. Clicca qui se vuoi iscriverti al canale WhatsApp di Qn  

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