Biden dovrà eliminare i dazi con l’Europa

Bruno

Villois

era del nuovo inquilino della Casa Bianca Joe Biden è iniziata sotto un clima cupo a livello socio- economico, il contagio pandemico continua a dilagare e la ripresa, pur abbozzata, stenta a consolidarsi. L’uscente Trump ha azzeccato cose egregie per l‘economia riuscendo, prima del virus killer, a farla decollare come mai prima, tasso di disoccupazione ben sotto il 4%, crescita media del Pil anno del 3%, potere di acquisto e propensione agli investimenti mobiliari e immobiliari come mai prima. Ben diverso è stato per il clima sociale tra contrapposizioni violente sfociate nelle rivolte di pochi mesi fa e scarsa attenzione alle problematiche assistenziali e sanitarie. Anche in politica estera l’attività è stata contradittoria, i dazi verso il resto del globo hanno penalizzato la crescita globale, pur consentendo un rallentamento dell’espansionismo cinese. Biden deve avere la capacità di non alterare l’equilibrio in voga per economia e finanza, lasciando i benefici introdotti, ma contestualmente identificando una nuova stagione per assistenza e salute, ripuntando sul piano Obama. In politica estera l’eliminazione dei dazi e una nuova azione di collaborazione economica con i Paesi Occidentali sembra essere nelle corde di Biden, mentre sui rapporti con la Cina non è ancora trapelato quasi nulla, di certo limitare l’espansionismo cinese, trovando forme di riequilibrio per import -export, sarebbe la formula ideale, ma non sarà certo facile ,se non utilizzando i muscoli, visto che la Cina possiede oltre il 20% del debito pubblico Usa e ha molta importanza per gli investimenti nei Paesi guida europei. La luna di miele dei primi 100 giorni, fisserà le linee guida della politica Usa interna e per l’intero globo.

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