Il nuovo decreto da 6 miliardi per fronteggiare il caro-energia, garantire un primo ristoro alle imprese più colpite dalla guerra russo-ucraina e dare una boccata di ossigeno ai lavoratori alle prese con il tracollo del potere d’acquisto, arriverà entro pochi giorni. Ma, secondo fonti beninformate, è ipotizzabile fin da ora che il provvedimento prorogherà a fine giugno il taglio di 25 centesimi al litro per le accise sui carburanti. Così come destinerà un miliardo circa a una rinnovata sforbiciata del cuneo fiscale e contributivo, oltre a prorogare, per il caro-bollette, i crediti di imposta alle imprese e gli aiuti alle famiglie in condizioni di maggiore disagio.
Dunque, i capigruppo di maggioranza hanno chiuso a tarda sera (salvo gli aggiustamenti di oggi) l’accordo per la risoluzione che accompagnerà il voto del Parlamento sul Documento di economia e finanza, insieme con le modifiche tecniche alla delega fiscale, e fissano comunque una serie di paletti: innanzitutto, il ricorso possibile a nuovo deficit se lo scenario dovesse peggiorare, che vede tutti i partiti d’accordo, salvo Italia Viva. L’invito al governo è a mettere in conto lo scostamento "qualora si verifichi un peggioramento dello scenario e le risorse disponibili non fossero sufficienti a garantire misure per la promozione di una crescita economica più elevata e sostenibile". Ma nelle richieste ci sono anche: la proroga del Superbonus per le villette, che pure è in cima alle richieste dei partiti, e la rateizzazione ulteriore delle cartelle.
Al Ministero dell’Economia, però, sono già pronti per tirare fuori, la prossima settimana, il decreto anti-rincari destinato a coprire il secondo trimestre dell’anno. In primo piano la sforbiciata sulle accise. L’intenzione del ministro Daniele Franco è stabilire la nuova scadenza dello sconto di 25 centesimi al litro al 30 giugno: anche perché l’operazione si sta rivelando efficace, con il prezzo medio della benzina self-service a quota 1,765 euro al litro, in calo dell’1,53% rispetto alla settimana precedente, mentre il prezzo del diesel, sempre self-service, è stato in media di 1,760 euro al litro (-1,54% sulla rilevazione precedente).
Il pacchetto di nuove misure, però, se da un lato sposterà in avanti anche i termini per i crediti di imposta per le imprese energivore e per i contributi per le famiglie (con il bonus sociale in primo luogo), dall’altro dovrà contenere anche altri interventi che non rientrano nei precedenti provvedimenti. Tre le novità: contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato per le circa 13mila imprese che commerciavano con Russia, Ucraina e Bielorussia, nuovo taglio del cuneo fiscale e contributivo, da utilizzare per gli aumenti salariali dei prossimi contratti di lavoro. E intervento contro il caro-materiali, indispensabile per evitare che si blocchino gli appalti e la realizzazione del Pnrr: una richiesta che arriva principalmente dalle imprese del settore delle costruzioni, che devono fare i conti con i rincari delle materie prime e dei semilavorati. E così, in definitiva, il conto totale delle risorse mobilitate per l’emergenza prezzi e guerra salirà a 21,3 miliardi di euro.