Benzina, pasticcio sui prezzi medi. Il Tar annulla l’obbligo dei cartelli

La sentenza dà ragione ai gestori, il ministro Urso si appella al Consiglio di Stato

Benzina, pasticcio sui prezzi medi. Il Tar annulla l’obbligo dei cartelli
Benzina, pasticcio sui prezzi medi. Il Tar annulla l’obbligo dei cartelli

All’indomani dell’introduzione, sancita dal decreto carburanti del 31 marzo ed effettiva dal 1° agosto, avevano immediatamente diviso l’opinione pubblica, suscitato l’ira delle associazioni di categoria e le perplessità dei gruppi di tutela dei consumatori. Ora, i famigerati cartelli che espongono i prezzi medi dei carburanti rischiano di diventare una cartolina sbiadita delle ferie ferragostane 2023: ieri una sentenza del Tar del Lazio ha annullato il decreto ministeriale del 31 marzo, che aveva stabilito le modalità di comunicazione dei prezzi dei carburanti. La risposta del ministero delle Imprese e del made in Italy non si è fatta attendere: il ministro Adolfo Urso ha reso noto di aver fatto appello al Consiglio di Stato, chiedendo di sospendere gli effetti della sentenza.

La decisione del tribunale amministrativo di accogliere il ricorso degli esercenti, a partire dalle associazioni Fegica e Figisc Confcommercio, è dovuta all’assenza di alcuni requisiti, tra cui la comunicazione al presidente del Consiglio dei ministri e il parere del Consiglio di Stato. Il Mimit ha ribattuto che si tratta di "questioni procedurali" e che il Tar non pone in dubbio la sussistenza dell’obbligo di esporre il cartello previsto dalla legge.

Di tutt’altro avviso i presidenti di Fegica, Roberto Di Vincenzo, e Figisc, Bruno Bearzi, che hanno parlato di vittoria dei benzinai, "a lungo calunniati e presentati alla pubblica opinione come responsabili di speculazioni e furbizie sui prezzi". Dal 1° agosto i gestori delle pompe di benzina devono esporre e aggiornare quotidianamente, oltre ai prezzi praticati, quelli medi nazionali per i distributori su autostrade e quelli regionali per gli altri. Le sanzioni per gli inadempienti vanno da 200 a 2mila euro. Dopo quattro violazioni scatta la sospensione dell’attività.

Il ministero ha difeso a spada tratta l’efficacia del provvedimento, che avrebbe portato a "una continua e progressiva discesa dei prezzi": questi ultimi risultano in calo, infatti, di circa 10 centesimi al litro rispetto al 10 ottobre scorso (fino a 1,827 euro al litro per il gasolio e a 1,838 euro al litro per la benzina). La difesa non ha convinto, però, le associazioni dei consumatori: secondo Unc e Codacons, i prezzi dei carburanti hanno seguito l’andamento consueto, con picchi in corrispondenza delle partenze per le ferie e lenti abbassamenti.

Maddalena De Franchis

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