Bce, così le 3 mosse di Draghi aiuteranno famiglie e imprese

Tltro, Quantitative easing, tassi di interesse negativi: cosa significano queste espressioni? E quali effetti intendono produrre le annunciate misure della Bce per sostenere l'economia?

Mario Draghi (Ansa)

Mario Draghi (Ansa)

Roma, 12 settembre 2019 - Si fa presto a dire Draghi. Il governatore uscente della Bce, alla sua penultima riunione importante, ha rilanciato in tre mosse il sostegno dell'istituto di Francoforte per il rilancio dell'economia europea. I mercati - con lo spread sotto quota 140 - sembrano aver gradito: ecco come le misure decise oggi possono essere utili a imprese e famiglie. 

I prestiti per aziende e famiglie

Uno dei tre pilastri della Bce è il rilancio dei Tltro-3. Andiamo oltre le sigle: di cosa si tratta? La terza serie di Tltro sono maxi-prestiti poliennali alle banche dell'Eurozona dati a condizioni particolarmente favorevoli destinati a far sì che gli istituti, a loro volta, facilitino l'accesso al credito per imprese e famiglie. L'ultima decisione di Draghi ha reso ancora più favorevole l'uso di questi strumenti: il tasso di interesse - fino a l'altro giorno 0,00%, come da ultima modifica del 10 marzo 2016 - è sceso in territorio negativo, fino al - 0,50%, che è il nuovo tasso sui depositi. La durata dei prestiti sarà estesa fino al marzo 2021: un tentativo di stimolare l'accesso al credito che, almeno in Italia, è calato fra novembre 2015 e gennaio 2019, da oltre 1.420 miliardi a circa 1.300 miliardi.

Il tasso sui depositi 

La seconda mossa del Consiglio direttivo della Bce è il taglio del tasso sui depositi di 10 punti base portandolo da -0,40% a -0,50% (restano invece invariati il tasso di rifinanziamento allo 0% e quello marginale allo 0,25%). Che cosa ne consegue? Di fatto, è una spinta agli istituti europei a investire il denaro nell'economia reale, piuttosto che 'lasciarlo in pancia' (ma al sicuro, anche se leggermente in perdita) alla Bce.  Un effetto secondario della riduzione dei tassi sui depositi è quello dell'inflazione: anche se per i consumatori non è sempre positivo, gli aumenti di prezzo dei prodotti sono uno stimolo all'acquisto di beni (in soldoni: si è portati a comprare oggi perché domani costerà di più) e, in ultimo, alla circolazione di denaro. La Bce sognava il 2% di inflazione, ma oggi si accontenterebbe di mantenerla attorno all'1,2-1,5%. 

Il Quantitative easing

Terza mossa - forse la più importante guardando all'Italia - la decisione della Bce di riavviare il Quantitative easing. Di cosa di tratta? L'istituto di Francoforte ricomincerà a comprare titoli di Stato dei paesi europei - e bond privati con rendimenti inferiori al tasso di deposito (-0,50%), questa è una novità - al ritmo di 20 miliardi di euro al mese, a partire dal prossimo novembre e per tutto il tempo che sarà necessario.

Sebbene Draghi abbia specificato che "non è un modo per finanziare il debito pubblico degli Stati membri", il Qe - su cui il Consiglio direttivo ha deciso a larga maggioranza ma non all'unanimità - ha lo stesso obiettivo delle altre misure: stimolare l'economia e mettere in circolo nuove risorse. In pratica, la Bce crea moneta a debito e lo fa attraverso iniezioni di liquidità, con operazioni di mercato aperto, tramite l'acquisto di titoli di Stato e di altre obbligazioni. L'ultimo ciclo di Qe si era esaurito nel gennaio scorso: i nuvoloni neri sulla ormai certa frenata dell'economia europea (con in testa la locomotiva tedesca), hanno consigliato alla Bce di non abbassare la guardia.