Giovedì 18 Aprile 2024

Bankitalia, allarme spread: rischia di far salire il debito. "Fuga capitali esteri da Btp"

Il rapporto sulla stabilità finanziaria dell'Italia: "Il rialzo dei tassi di interesse sui titoli di Stato può vanificare gli effetti previsti della manovra". Famiglie meno ricche, mutui nel mirino

Ignazio Visco, governatore di Banca d'Italia (Ansa)

Ignazio Visco, governatore di Banca d'Italia (Ansa)

Roma, 23 novembre 2018 - Gli investitori esteri scaricano i Btp. E' quanto emerge dal rapporto di Bankitalia sulla stabilità finanziaria dell'Italia. Nel secondo trimestre dell'anno - segnala l'istituto di via Nazionale - la quota di titoli pubblici italiani detenuta da persone residenti all'estero si è ridotta di circa tre punti percentuali, calando al 24%. Si tratta della  "variazione negativa più alta dal secondo trimestre del 2012". Contemporaneamente la quota di buoni del Tesoro poliennali detenuta dalle banche italiane è tornata a crescere, aumentando di circa due punti percentuali, al 18 per cento. I due trend speculari sono proseguiti nel terzo trimestre, anche se a ritmo più moderato.

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SPREAD E DEBITO  - Sotto la lente degli analisti c'è il caro-spread. "Un rialzo pronunciato e persistente dei rendimenti, a parità di tassi di crescita nominale dell'economia - avverte Bankitalia - aumenta il rischio che la dinamica del debito si collochi su una traiettoria crescente". Solo nell'ultimo semestre ha provocato "un'espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi", nel 2019 "costerebbe oltre 5 miliardi e circa 9 nel 2020 se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati".

DEBITO E CRESCITA - E l'alto debito insieme alla bassa crescita sono per Bankitalia i fattori di rischio maggiori per la stabilità finanziaria del Paese, anche se "la capacità del nostro paese di fronteggiare shock finanziari avversi è sostenuta da diversi elementi positivi: l'indebitamento del settore privato è tra i più bassi nell'area dell'euro; la posizione debitoria netta verso l'estero continua a ridursi beneficiando dell'ampio avanzo commerciale; l'elevata vita media residua del debito pubblico attenua la trasmissione dell'aumento dei rendimenti dei titoli al costo del debito". 

SPREAD E BANCHE - Tornando allo spread elevato, l'impatto sulle banche italiane che hanno in pancia molti btp si misura in termini di meno liquidità (l'indicatore è sceso a ottobre a 15,5 da 17,1 dello scorso maggio) nel documento della Banca d'Italia si legge che nei sei mesi al 30 giugno il Cet1, il rapporto fra capitale e attivo era sceso «di circa 60 punti base", di cui 40 solo nel secondo trimestre, penalizzando di più gli istituti minori che hanno visto ridursi di 75 punti base il Cet1 fra marzo e giugno contro i 30 delle banche maggiori. 

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SPREAD E FAMIGLIE- La svalutazione dei titoli di stato (da maggio il valore medio si è ridotto "di circa il 9%", riflettendo "il forte rialzo dei premi per il rischio derivante dalle incertezze sull'orientamento delle politiche economiche e di bilancio") ha parallelamente "determinato una riduzione del valore della ricchezza finanziaria delle famiglie" del 2% (poco meno di 85 miliardi) nei sei mesi a giugno, e "negli ultimi mesi il peggioramento dei corsi azionari e obbligazionari si sarebbe riflesso in un'ulteriore perdita di valore di circa l'1,5 per cento". Bankitalia  ricorda che nella crisi del 2010-2011 un aumento dello spread di 100 punti base ha fatto salire di 30 punti base i tassi sui mutui alle famiglie. 

SPREAD E MANOVRA - Non manca un riferimento alla manovra economica, su cui pende una procedura d'infrazione dell'Unione europea. Secondo l'istituto di via Nazionale "il rialzo dei tassi di interesse sul debito pubblico registrato da maggio rischia di vanificare l'impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio". L'accelerazione del Pil prevista dalla finanziaria "presuppone moltiplicatori di bilancio piuttosto elevati". L'effettivo impatto sulla crescita e quindi sul peso del debito "dipenderà dalle misure specifiche e dal mantenimento della fiducia degli investitori". 

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L'ALLARME DI MOODY'S - E nella giornata di oggi arriva anche il monito dell'agenzia di rating finaziario Moody's. Lo scontro con l'Europa sulla legge di Bilancio "manterrà i costi di finanziamento" del debito pubblico "alti" e "aumenteranno i rischi per l'economia", afferma Kathrin Muehlbronner, Senior Vice President. "La continua incertezza abbinata a tassi di interesse relativamente alti potrebbe deprimere ulteriormente la crescita nel quarto trimestre e nel 2019". Critica la questione dei mutui per famiglie e imprese che sono "diventati negativi negli ultimi mesi". Un ulteriore irrigidimento delle condizioni di credito "indebolirebbe ancora l'economia".

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