Giovedì 18 Aprile 2024

«Banca Generali e le sfide nell’era dei tassi negativi»

L’istituto sale al terzo posto nel settore private. Parla l’ad Gian Maria Mossa

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Banca Generali è salita al terzo posto nel settore private fra le maggiori banche italiane, preceduta solo da Intesa Sanpaolo e Unicredit. Il posizionamento fotografa una banca cresciuta enormemente negli ultimi anni di gestione dell’ad Gian Maria Mossa. Nel 2013, all’arrivo dell’amministratore delegato, le masse gestite ammontavano a 26 miliardi di euro. Oggi superano i 67, di cui 40 sono gestite per conto di clienti con almeno mezzo milione di euro.

La raccolta private è una vocazione di Banca Generali?

«Dal 2013 – risponde Mossa – abbiamo deciso di diventare punto di riferimento per la clientela formata da imprese e famiglie. Il portafogli pro-capite dei nostri consulenti era poco superiore ai 20 milioni e ora si posiziona oltre i 31 milioni. La clientela private conta oggi per il 65% delle nostre masse totali e in questo segmento abbiamo un numero importante di imprenditori che apprezzano la versatilità della nostra offerta nella diversificazione e pianificazione degli investimenti e nella protezione patrimoniale».

Come si tiene insieme la protezione del patrimonio con la possibilità di creare redditività?

«La cosa più difficile è far capire che in un’epoca di tassi negativi si corrono anche rischi che non pagano. L’alternativa può essere aumentare la propensione al rischio per cercare redditività. Ma bisogna essere bravi a evidenziare il rischio che possa garantire un ritorno redditizio».

E quindi su cosa si punta?

«L’azionario è sui massimi ma presenta prospettive migliori delle obbligazioni; previa sempre un’attenta analisi del mercato. Ci sono aziende che garantiscono dividendi che sono almeno il doppio o il triplo del ritorno del mercato del reddito fisso. Crediamo poi ci sia del valore nella sfera delle soluzioni meno liquide; da guardare sempre con molta attenzione nel rapporto rischio-rendimento per la diversificazione di una piccola parte dei portafogli della clientela qualificata. Si tratta di investimenti che avvicinano il risparmio all’economia reale e che per questo rientrano nella nostra strategia di crescita sostenibile a favore del sistema-Paese».

Quali sono i principali pericoli da affrontare nel mercato?

«Sono quelli tipici dei periodi di instabilità e tassi bassi. Alcuni investitori alzano la curva dei rischi nell’obbligazionario senza avere un profilo idoneo ai rischi. Bisogna avere chiari invece i propri orizzonti».

Ma il rischio principale?

«L’instabilità che influisce direttamente sul mercato obbligazionario. E la volatilità prolungata che mette alla prova la tenuta degli investitori».

Che cosa vi chiedono i clienti in questa fase di volatilità?

«L’esigenza principale della clientela private è la protezione. Bisogna stare al fianco alle famiglie, aiutandole a pianificare le azioni coerenti con i loro progetti di vita o a proteggere il patrimonio.Anche i conti correnti in alcuni casi sono comportano oneri per i risparmiatori».

Banca Generali offre anche gestioni assicurative: servono anche per diversificare?

«Abbiamo prodotti per famiglie, private e clientela affluent. Avere in portafoglio un investimento extra nel campo assicurativo è importante per diversificare ma anche per efficientare. Cerchiamo anche di offrire soluzioni che aiutino a proteggere i clienti in caso di un evento negativo, comprese dinamiche sfavorevoli dai mercati».

Nelle ultime settimane alcuni titoli bancari hanno performato bene. E’ un comparto che torna interessante per chi investe?

«Il mercato italiano ha sofferto più degli altri e quindi dobbiamo guardare con positività a questa fase di ripresa. Molto dipenderà a quello che riusciremo a fare come sistema Paese».

Si torna alla stabilità, bene primario per i mercati...

«Abbiamo bisogno di stabilità politica anche per poter ragione di politica economica con un orizzonte lungo. A livello europeo siamo in una fase di passaggio da una politica monetaria a una politica fiscale per il rilancio dell’economia. Mi auguro che questo passaggio sia il trampolino di lancio anche per politiche fiscali ed economiche locali che stimolino la crescita».

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